Il benessere psicofisico degli abitanti di un edificio dipende da determinate condizioni ambientali, quali la purezza, l’umidità e la temperatura dell’aria, la temperatura delle superfici, l’illuminazione, i rumori, i colori e persino gli odori.
Coloro che si trovano in un ambiente, con la respirazione consumano l’ossigeno necessario per i processi metabolici. L’aria si fa pertanto più povera di ossigeno ma più ricca di anidride carbonica e di umidità, anche questa effetto della respirazione. L’aumento di anidride carbonica è accompagnato dallo sviluppo di cattivi odori, con l’effetto di calo di concentrazione, sonnolenza e cefalea. Questa non è la sola malattia della qualità dell’aria, ma vi sono sostanze che ne provocano un vero e proprio inquinamento. È il caso del fumo di tabacco o dei composti organici volatili (VOC). Il più noto inquinante è la formaldeide, contenuta in solventi e collanti di materiali compensati, truciolati, schiume tecniche, tappeti e tendaggi. Allo stesso modo sono sempre presenti polveri e fibre, con i microrganismi che essi portano, i quali possono causare malattie infettive, nonché incentivare lo sviluppo e la diffusione di muffe e funghi sotto particolari condizioni di umidità. Altri inquinanti sono il radon, un gas naturale che deriva al suolo, e i materiali impiegati per i rivestimenti, che contengono fibre di varia natura considerate cancerogene.
L’aria deve pertanto essere periodicamente cambiata in funzione del numero di abitanti, così come la norma europea prEN 13779 suggerisce. Per gli ambienti abitativi, di regola si sceglie un ricambio tra 36 e 54 mc/h a persona, anche se questo valore scede a 22-36 mc/h nel caso di ventilazione meccanica controllata.
Aprire le finestre in inverno non è indicato negli edifici a basso consumo energetico poiché si perderebbe energia termica. In questi casi è necessario disporre di un impianto di ventilazione meccanica. In questi casi è sufficiente un ricambio di 0,5/h, cioè il ricambio corrispondente al 50% del volume del locale ogni ora.
La sensazione di “caldo” e di “freddo” è legata non solo alla temperatura ma anche all’umidità e dalla temperatura delle superfici circostanti, quali pareti, soffitti, pavimenti. Il benessere igrotermico è ottimale quando la temperatura, l’umidità dell’aria e la radiazione termica sono percepite come gradevoli.
L’eccessiva umidità dell’aria ostacola la traspirazione, creando la sensazione d “afa”, mentre viceversa un’umidità relativa troppo bassa fa accelerare la traspirazione provocando una sensazione di freddo anche quando la temperatura ambiente è sufficientemente alta. Negli ambienti abitativi e lavorativi, l’umidità relativa dell’aria dovrebbe essere compresa tra il 45% e il 55%.
La luce migliore è quella naturale, non solo per ciò che concerne il benessere delle persone, ma anche dal punto di vista economico. In ambienti lavorativi, le finestre devono consentire un buon rapporto con l’ambiente esterno, evitando fastidiosi abbagliamenti e contrasti luminosi troppo intensi. In tal senso sono utili schermature regolabili a mano.
Una grandezza molto importante nell’illuminotecnica è il fattore di luce diurna, che esprime il rapporto tra l’illuminamento di un punto all’interno dell’ambiente e quello che si ha, nello stesso istante, all’esterno su un piano orizzontale illuminato dall’intero emisfero celeste privo d’ostruzioni. Per gli ambienti abitativi questo valore dovrebbe superare 0,75%, mentre per ambienti lavorativi varia tra 1% e 4% in base alla provenienza della luce.
I rumori non generati da noi stessi sono percepiti come molesti. Le fonti più comuni sono gli abitanti stessi, gli impianti idraulici, gli ascensori, ecc. Il potere fonoisolante degli elementi costruttivi, misurato in dB (decibel), dipende dal loro peso, ed è in rapporto alla frequenza del suono (Hz).
Un’efficace barriera contro il suono d’aria costituita da tutte le strutture pesanti, poiché il suono non le mette facilmente in vibrazione. Se le pareti esterne sono una buona barriera per i rumori provenienti dall’esterno, è necessario adottare misure antirumore sulle chiusure trasparenti. All’interno, invece, i rumori trasmessi per via d’aria possono essere attenuati tramite pareti divisorie pesanti. I punti deboli delle murature sono i giunti. Talvolta basta una semplice intonacatura a ridurre la trasmissione del rumore, in altri casi è necessaria l’applicazione di uno strato di materiale morbido e flessibile dalle proprietà fonoisolanti.
Mentre il suono d’aria non può essere mai totalmente abbattuto, la propagazione del rumore di calpestio è invece evitabile tramite la costruzione di un pavimento “galleggiante”, separandolo dal solaio mediante uno strato di materiale fonoisolante.