Le soluzioni per vivere l’outdoor29/02/2016 – Exploit cromatico, funzionalità e versatilità. Questi gli elementi della collezione outdoor di Pedrali, per arredare i dehors e le terrazze cittadine e scelta per vestire gli spazi pubblici in…
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New Africa, la collezione Mosaico+ 29/02/2016 – Mosaico+ presenta la collezione New Africa: giochi grafici e cromatismi forti e a contrasto che riprendono le stampe e gli intrecci dei tessuti Africani riletti in chiave contempo…
Zen, la sospensione firmata ASZ Architetti29/02/2016 – Il nome evoca conoscenza, spiritualità, meditazione, purezza. L’aspetto parla di design, eleganza, leggerezza, sinuosità. Zen, apparecchio a sospensione di Buzzi …
250 mq per vivere al meglio l’esperienza dell’italian design
29/02/2016 – Calligaris apre un nuovo Store monomarca nel centro di Manchester, all’interno della zona di Greater Manchester, la seconda area più popolata della nazione dopo quella di Londra.
Il nuovo Store presenta uno spazio interno open space di oltre 250 metri quadrati, molto luminoso grazie ad ampie vetrine e organizzato seguendo il concept espositivo Calligaris che valorizza al massimo l’ampia gamma di prodotto e permette di vivere al meglio l’esperienza dell’italian design.
Protagonisti delle tre aree living sono gli imbottiti della nuova collezione: il divano Lounge e la poltroncina Lazy che, insieme ai divani Metro e Square, esprimono completamente… Leggi l’articolo
Si può arrivare a dei compromessi per evitare che lo sviluppo urbano divori le origini di un popolo? In alcuni luoghi del pianeta pare di no: dove la speculazione non tiene presente le esigenze di tutti, si demolisce anziché tutelare e recuperare, rischiando di cancellare importanti pezzi di storia di una civiltà. Un caso emblematico è quello di Hong Kong e del borgo antico di Nga Tsin Wai, un minuscolo villaggio inghiottito dalla metropoli che rischia di sparire.
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Hong Kong sta per perdere un pezzo di storia durato sei secoli e mezzo.
La Urban Renewal Autority (URA) demolirà infatti la maggior parte di un borgo di Kowloon, Nga Tsin Wai, noto per essere stato istituito dalle famiglie Ng, Chan e Lee durante la metà del XIV secolo. Al suo posto sorgeranno due torri di appartamenti e un parco urbano.
A quel tempo (era il 1352), essendo il villaggio situato vicino al porto, le famiglie residenti decisero di costruire al suo interno un tempio in onore della dea del mare Tin Hau. In origine il borgo storico di Hong Kong contava 127 edifici ed un ponte levatoio serviva a superare il fossato perimetrale che, con la cinta di mura perimetrali servivano a difendersi.
Nel 1724 sono state costruite delle mura per proteggere il villaggio dai pirati ma poi, da allora e fino ai giorni nostri, il mare è scomparso, sostituito dall’aeroporto Kai Tak.
La conformazione del borgo è rimasta tuttavia sempre quella di centinaia di anni fa, con tre strade strette e sei vicoli fiancheggiati da piccole case con tetti di tegole.
I residenti attuali dicono che “tutto questo sta per essere presto perso per sempre”. Quello che si perderà sarà un altro pezzo dell’identità di Hong Kong che – come per altre metropoli iperindustrializzate – tende apparentemente a svilupparsi, ma in realtà perde identità e si uniforma alle regole di un’Architettura troppo globalizzata per essere ritenuta “sostenibile”.
Uno dei portavoce di URA dice che già oltre la metà delle proprietà del borgo sono state acquisite e che il processo di acquisizione è ancora molto lento a causa di chi si oppone alle demolizioni. Tuttavia la URA promette di conservare i cimeli storici del villaggio e alcune sue parti come la portineria, il tempio, la cosiddetta “sala degli antenati”, ed alcune vecchie case caratteristiche che saranno inseriti in un “parco urbano della conservazione” che metterà in evidenza la storia del paese, ma pochi, pare, hanno fiducia in queste promesse.
L’Associazione Conservancy che si batte contro la demolizione di Nga Tsin Wai ha rilasciato una dichiarazione critica circa le proposte avanzate dalla URA sulla conservazione apparente dei cimeli di questo luogo.
Choi Yan-chi, uno dei fondatori della vicina Cattle Depot Artists ‘Village e da molto tempo residente nella città di Kowloon, dice che è solo l’ultimo di una serie di borghi storici abbattuti nella zona. Ma il motivo di tanto timore per Nga Tsin Wai è che “Questo è il più antico di sinistra e noi vogliamo che rimanga”, dicono.
“Ho sempre considerato questo villaggio come la mia sola ed unica casa” racconta uno dei residenti, e ancora “Stanno distruggendo un luogo a noi sacro, in cui le tradizioni del nostro popolo e i ricordi familiari sono gli unici valori di vita. Viviamo in un’epoca dove si pensa solo ai soldi e non alla cultura […] Il nostro futuro è incerto, ci sentiamo frustrati”.
Per il momento, la vita del villaggio va avanti, anche se le case vengono lentamente abbattute e il numero di abitanti diminuisce. Da lontano Nga Tsin Wai appare vivace, circondato da negozietti di alimentari, barbieri all’aperto e venditori ambulanti, ma l’atmosfera cambia quando si attraversa il cancello del borgo. Macerie e cartelli di cantiere hanno preso il posto di molte case. L’erba cresce dai vecchi tetti di tegole degli edifici rimanenti, quasi a richiamare quel senso di ruralità ormai scomparso da tempo.
Se vi capitasse di passare dal borgo Kowloon e di incontrare un’anziana abitante di Nga Tsin Wai chiamata Wong Poh-Poh – letteralmente “nonna Wong” – state pur certi che lei vi dirà “Prima di fare qualsiasi altra cosa, andate a rendere omaggio al tempio di Tin Hau”. Questo la dice lunga su quanto valore abbia l’Architettura tradizionale e perché abbia importanza preservarla: con ogni tassello della storia che cancelliamo, perdiamo una parte di utili notizie che servono a far sì che lo sviluppo futuro sia davvero sostenibile. Non facendo così, dimenticando tutto e seppellendo la storia con il cemento, il metallo, il vetro, avremo solo temporanei involucri senza anima.
Tutta l’Italia e tutto il mondo conoscono gli agrumi di Sicilia per le loro qualità organolettiche, per il loro gusto unico e per l’esclusività del prodotto. Non tutti, però, sanno che il loro utilizzo può essere esteso anche all’esterno dell’ambito culinario e, più in particolare, può coinvolgere il mondo dell’energia rinnovabile. I residui organici come le bucce delle arance, difficilmente digeribili, rientrano nel ciclo produttivo da una porta che si apre ad un nuovo settore, quello della produzione di biomassa a partire proprio da questi scarti.
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Il progetto, che prevede l’analisi della soluzione in questione, è stato presentato dall’associazione no profit Distretto Agrumi di Sicilia che ha lanciato la sfida di utilizzare il pastazzo, scarto di lavorazione degli agrumi, per ricavarne biomasse e ottenere una fonte energetica pulita, sostenibile e rinnovabile. L’idea è piaciuta subito a The Coca-Cola Foundation, che ha deciso di finanziare materialmente l’intenzione siciliana e di contribuire a trovare una soluzione ottimale per un’area dove i residui delle arance sono diffusi quasi quanto i cannoli.
La conferma ufficiale dell’avvio dell’iniziativa è stata diffusa da Federica Argentati, presidentessa del Distretto che, nel 2014, aveva lanciato l’idea coinvolgendo la Cooperativa Empedocle, formata da diverse società impegnate nella produzione di energia alternativa e dall’università di Catania. L’obiettivo era quello di sviluppare un progetto-pilota capace di dimostrare la fattibilità e la convenienza legate al riuso di prodotti altrimenti destinati allo smaltimento, senza essere sfruttati appieno fino al completo esaurimento della risorsa che rappresentano.
A partire da Catania, l’iniziativa si è espansa a macchia d’olio in tutta la Sicilia, coinvolgendo le province dell’isola che hanno accolto con entusiasmo e spirito di collaborazione la proposta avanzata. Caltanissetta ne è l’esempio e, più precisamente, il comune di Mussomeli, dove un’azienda agricola locale ha installato un impianto a biogas alimentato proprio dal pastazzo. Lo stesso prodotto, da tempo utilizzato per fertilizzare il terreno e, quindi, per produrre frutti succosi e saporiti, viene sfruttato, adesso, per la produzione di energia elettrica pulita.
Attualmente 40 tonnellate di bucce di agrumi riescono a produrre una quantità di energia elettrica e termica pari a 23.976 kWh al giorno. È stato stimato che il sistema è in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di ben 333 abitazioni, senza adibire interi terreni alla coltivazione di biomasse, sottraendoli ad altri prodotti che potrebbero portare un ritorno economico maggiore. Usare gli scarti vuol dire agire intelligentemente, limitare i costi e incrementare la coltivazione delle famose e gustose arance, nel caso della Sicilia, e di altri prodotti ortofrutticoli, nel caso di altre zone italiane.
Il pastazzo, infatti, oltre a costituire una soluzione ideale dal punto di vista ambientale, producendo energia pulita, interviene anche sull’aspetto economico, abbattendo i costi legati allo smaltimento del rifiuto, che in Sicilia si aggirano intorno ai 10 milioni di euro annui. Nell’arco del dodici mesi, nell’isola, si producono circa 340 tonnellate di pastazzo, ovvero quantità tali da provvedere sia alla produzione di energia che al suo utilizzo in agricoltura come fertilizzante. Il progetto, quindi, porterebbe ad una riduzione dei costi contemporaneamente all’aumento della coltivazione dei prodotti da poter vendere sul mercato.
Affinchè tutta la Sicilia possa ricorrere al nuovo metodo di produzione dell’energia dalle arance sarebbe necessario installare altri impianti di trasformazione (circa 20 su tutta l’isola) chiamati digestori. In questo modo si potrebbe risolvere il problema che affligge la regione di smaltire gli scarti della lavorazione degli agrumi e, al tempo stesso, si produrrebbe energia pulita.
L’esperimento ha mosso i primi passi a partire dal pastazzo, ma può coinvolgere anche altri ambiti della filiera agroalimentare, ricca com’è di prodotti che, una volta ricavata la parte “buona”, vengono scartati senza essere riutilizzati e sfruttati appieno. È il caso, ad esempio, della sansa che si ottiene dall’olio, delle vinacce, delle pale dei fichi d’india, e così via. Il percorso dovrebbe essere analogo e, in questo modo, ogni regione avrebbe il proprio prodotto da sfruttare, da spremere fino all’osso, contribuendo a migliorare la qualità della vita in Italia e su tutto il pianeta. Ogni regione potrebbe approfittare della propria peculiarità, incrementandone la produzione e non gettando via nemmeno una briciola di quello che, ormai, non serve più nell’ambito alimentare o agricolo. Questa forma di energia pulita potrebbe essere una più che valida da perseguire, sin da subito, allontanandosi, seppur lentamente, dal carbone e da altri combustibili fossili.
Il grattacielo Intesa Sanpaolo, progettato da Renzo Piano Building Workshop, è vincitore del premio ArchDaily Building Of the Year 2016 per la categoria uffici. L’importante riconoscimento è stato assegnato in seguito ad una votazione tra gli oltre 3 mila progetti presentati da ArchDaily, il sito web di Architettura più visitato al mondo, a cui hanno partecipato 55.000 utenti.
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Il grattacielo, firmato da Renzo Piano e vincitore del premio Archdaily Building of the Year 2016, nasce a Torino in prossimità del centro storico, all’incrocio tra Corso Inghilterra e Corso Vittorio Emanuele. La realizzazione è parte di una convenzione siglata tra la Città di Torino e Intesa Sanpaolo che comprende anche la riqualificazione dell’adiacente Giardino Nicola Grosa, e di un parcheggio interrato di 8.800 mq in via Nino Bixio.
L’opera, che ha richiesto un investimento complessivo di circa mezzo miliardo di euro, è stata interamente finanziata dal gruppo bancario per ospitare gli uffici centrali e dirigenziali.
L’inaugurazione è avvenuta nell’aprile 2015, a 5 anni dall’inizio dei lavori. Al processo progettuale hanno partecipato gli studenti del Master di II livello in Progettazione e costruzione di edifici di grande altezza, organizzato dal Politecnico di Torino in cooperazione con Intesa Sanpaolo e la Camera di Commercio di Torino.
Il grattacielo di Renzo Piano si sviluppa verticalmente su 44 livelli, di cui 38 fuori terra, raggiungendo una altezza di 166 metri, due in meno rispetto alla Mole Antonelliana.
Gli elementi strutturali sono costituiti da un nucleo, che contiene i vani per i diciassette ascensori e le scale, e uno scheletro portante, disposto secondo pianta di 7000 mq, che sostiene l’involucro esterno in alluminio e vetro.
L’edificio ha al proprio interno un mix di spazi di lavoro e per la collettività. La sezione interrata ospita un giardino ipogeo, un asilo nido, un ristorante aziendale, locali impianti e tre livelli destinati a parcheggi per oltre 300 vetture. Alla base dell’Intesa Sanpaolo Office Building si trova un auditorium che, grazie alla platea amovibile, ha capacità di cambiare la propria conformazione trasformandosi all’occorrenza in sala aperta al pubblico per conferenze, concerti ed esposizioni. 27 piani sono occupati dagli uffici, frequentati giornalmente da oltre 2000 dipendenti. Il 31° piano è un laboratorio per l’innovazione e la ricerca.
In cima al grattacielo è ubicato il secondo spazio di carattere pubblico, una serra bioclimatica di 15.000 mq suddivisa su 3 livelli: il tetto giardino con ristorante panoramico (35° piano), una sala esposizioni (36° piano) e una caffetteria con galleria (37° piano). Percorrendo il ballatoio, che si sviluppa lungo il perimetro sui tre piani, è possibile godere di viste panoramiche su tutta la città ed osservare gli arbusti e le piantagioni presenti, tra cui eucalipti, acacie, lavande, che contribuiscono al mantenimento del clima temperato all’interno dell’ambiente.
Durante la progettazione sono state studiate le più sofisticate strategie energetiche per lo sfruttamento ottimale delle risorse naturali, secondo i principi di sostenibilità promossi dal GBC (Green Building Council).
Il grattacielo Intesa Sanpaolo ha ottenuto la certificazione LEED Platinum con il totale di 83 punti, uno score fra i più elevati al mondo per gli edifici di grande altezza.
La certificazione è ottenuta in seguito alla valutazione e ai punteggi assegnati in base alle caratteristiche del sito di costruzione, alle scelte progettuali e tecnologiche, alla qualità degli ambienti interni e alla gestione dei materiali.
L’edificio sorge all’interno di un’urbanizzazione già sviluppata. La presenza di un elevato numero di servizi a disposizione dell’utenza non rende necessario la costruzione di ulteriori strutture con una conseguente riduzione dell’impatto del progetto sul territorio.
I servizi di base sono compresi entro una distanza percorribile a piedi oppure mediante mezzo di trasporto alternativo. È stata predisposta, infatti, l’installazione di stazioni per il bike sharing e il car sharing. L’accessibilità dell’area è inoltre ampiamente servita dalla rete di trasporto pubblico.
Il funzionamento della struttura tecnologica è controllato da sonde collegate al BMS (Building Management System), un sistema di gestione avanzato che permette di modulare il comportamento dell’edificio in relazione alle variazioni climatiche.
Le superfici a est e ovest sono rivestite da un involucro trasparente “a doppia pelle”.
In inverno, i raggi solari attraversano il primo strato di vetro e alluminio e riscaldano per effetto serra l’aria presente nell’intercapedine contribuendo alla mitigazione del clima.
In estate, la regolazione meccanica delle aperture e dei sistemi frangisole permette il rilascio del calore accumulatosi nelle ore diurne impedendo il verificarsi di fenomeni di surriscaldamento. Durante la sera, l’aria fresca è incanalata dentro l’intercapedine dei solai a doppio strato di calcestruzzo e rilasciata da pannelli radianti durante la giornata rinfrescando gli spazi di lavoro.
La superficie della facciata esposta a sud è interamente rivestita da 1600 mq di celle fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica. Sullo stesso lato dell’Intesa Sanpaolo Office Building, il volume per la scala esterna è anche un giardino d’inverno che si sviluppa per tutta l’altezza dell’edificio.
L’acqua calda sanitaria è prodotta da un sistema di collettori solari.
In copertura, la serra bioclimatica si comporta da “tetto verde”. D’estate impedisce l’accumulo di calore che sarebbe rilasciato all’interno dell’edificio, in inverno riduce il disperdersi dell’energia termica.
Il condizionamento è affidato alla tecnologia geotermica ad alto rendimento. L’impianto sfrutta l’acqua di falda e si comporta da pompa di calore in regime invernale e da macchina frigorifera nella stagione estiva.
L’acqua piovana viene incanalata in apposite vasche di accumulo e, per mezzo di sensori e centraline di controllo, utilizzata per i servizi igienici e a scopo irriguo. Queste strategie permettono un risparmio idrico sino al 48%.
Gran parte dei materiali da costruzione utilizzati contiene una componente di riciclato oppure è prodotta a poca distanza dall’area di cantiere, consentendo un notevole risparmio sui costi di trasporto.
Il legno utilizzato è certificato FSC, ossia prodotto da foreste gestite secondo principi di sostenibilità e rispetto delle risorse naturali. L’accumulo di calore e i conseguenti fenomeni di surriscaldamento sono ridotti grazie alla scelta di colorazioni chiare per le superfici esterne. L’edifici progettato dal Renzo Piano Building Workshop, illuminato dal sole, diventa così brillante “come un pezzo di ghiaccio”, inserendosi perfettamente nel contesto panoramico delle montagne innevate sullo sfondo della città.
La progettazione del grattacielo è stata particolarmente incentrata sul benessere degli spazi di lavoro.
Gli uffici, alti 3,20 m, sono stati studiati con le finalità di favorire lo sfruttamento degli apporti solari gratuiti e di ridurre i fenomeni di abbagliamento mediante la modulazione dell’irraggiamento con i sistemi frangisole meccanizzati.
Il valore di illuminamento corretto è garantito dalla presenza di sensori e da lampade a luce dimmerizzata che ottimizza il rendimento dei corpi illuminanti in funzione della radiazione solare in ingresso. L’impianto d’illuminazione, inoltre, è prevalentemente dotato di corpi illuminanti LED a basso consumo energetico.
Gli interni sono rivestiti da materiali basso emissivi che rilasciano limitate quantità di sostanze organiche volatili. Per prevenire la presenza di inquinanti, dovuta ai processi di costruzione, prima dell’entrata in funzione degli uffici è stato eseguito un flush-out, ossia una depurazione mediante “lavaggio” degli ambienti con grandi volumi d’aria.
La salubrità in fase di esercizio è garantita da portate d’aria superiori agli standard e da sensori che monitorano la concentrazione di CO2.
I pannelli radianti, utilizzati per la climatizzazione, hanno anche la funzione di ridurre i rumori generati dalla ventilazione meccanica garantendo un ottimo livello di comfort acustico.
L’efficacia delle strategie energetiche adottate è stata valutata in regime dinamico mediante l’utilizzo di software avanzati. Il risultato di queste simulazioni è un edificio che risparmia il 45% di energia rispetto a una costruzione standard.
Dopo il progetto Number 6 nella categoria restauro, la Città di Torino con il Grattacielo Intesa Sanpaolo di Renzo Piano vede per la seconda volta consecutiva un suo edificio vincere il premio Building of the Year, affermandosi a livello internazionale come portavoce dell’architettura italiana sostenibile e di qualità.
26/02/2016 – I sindacati delle costruzioni Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil chiedono di intervenire sulla riforma degli appalti, prima della stesura definitiva, sulla parte riguardante i lavori in house per mitigare gli effetti occupazionali deriva…
26/02/2016 – “Non esiste alcuna nuova tassa sugli ascensori, così come non esiste alcun provvedimento allo studio del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) che ne preveda l’istituzione”.
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26/02/2016 – Consiglio di Stato perplesso su alcune norme per il riutilizzo delle terre e rocce da scavo. Sotto la lente di Palazzo Spada sono finiti la concentrazione consentita di amianto, i controlli e i casi che si troveranno a cavallo delle …
26/02/2016 – In partenza il piano di adeguamento sismico nelle scuole che prevede una dotazione di circa 37,5 milioni di euro, sui 40 disponibili per le annualità 2014 e 2015, per 50 interventi sui immobili scolastici.
È stato infatti registrato alla Corte dei conti il DM 943 dell’11 febbraio 2016 con l’elenco delle scuole assegnatarie delle risorse per l’adeguamento antisismico degli edifici, previste dalla legge Buona Scuola (Legge 107/2015) per rendere più sicure le scuole che sorgono nelle zone particolarmente esposte a rischio sismico.
Antisismica nelle scuole: 37, milioni di euro per 50 interventi
Su uno stanziamento complessivo di 40 milioni, saranno erogati 37.536.601 euro per un totale di 50 interventi.
Italiasicura in una nota fa sapere che gli ulteriori 2,5 milioni non assegnati andranno a cumularsi con i 20 milioni di euro dei Fondi protezione civile del 2016.
In allegato al decreto l’elenco degli interventi..
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Annunciata la shortlist dei cinquanta finalisti26/02/2016 – Il Wienerberger Brick Award, nato nel 2004, è un premio biennale di architettura assegnato ai più innovativi esempi di realizzazioni in laterizio. Nel 2016, Wienerberger pre…
La collezione LIDO Fiam ispirata agli anni ’50
26/02/2016 – La collezione LIDO, disegnata dai norvegesi Torsteinsen Design per Fiam, si ispira alle panchine pubbliche degli anni Cinquanta.
Una collezione per outdoor caratterizzata dalla struttura di metallo che, in un segno fluido, si snoda per descrivere la silhouette di ogni variante: dalla sedia alla poltroncina, alla lounge chair a schienale basso o alto, con poggiapiedi.
Il rivestimento può essere in tessuto sintetico outdoor o corde di PVC, i cosiddetti spaghetti. LIDO, una seduta dal tocco vintage, per sedersi e rilassarsi, respirare all’aria aperta, godersi l’outdoor.
Fiam su Archiproducts.com… Leggi l’articolo
La cucina dall’anima sartoriale
26/02/2016 – Abimis, in occasione del Salone internazione del Mobile 2016, presenta la linea Atelier nei due modelli Chelsea e Bagutta: due nomi evocativi che definiscono alla perfezione la filosofia dell’azienda, internazionale per tipologia di prodotto e di mercato di riferimento, ma assolutamente italiana per la qualità del suo processo produttivo, con rifiniture artigianali che impreziosiscono ogni singolo passaggio, e un approccio completamente ‘sartoriale’, con progetti su misura pensati per soddisfare le esigenze di ogni singolo carattere.
I modelli Chelsea e Bagutta di Atelier, oltre a proporre due tipologie di piani differenti, a lama… Leggi l’articolo
Le iconiche sedute Bertoia Diamond e Platner nella preziosa finitura Oro26/02/2016 – In occasione del prossimo Salone del Mobile, Knoll presenta le collezioni Bertoia Diamond e Platner nella preziosa ed elegante finitura oro.
La nuova versi…
Le nuove sedute Domitalia alla prossima edizione del Salone del Mobile
26/02/2016 – Tra le novità dedicate al living e al contract che Domitalia presenterà il prossimo aprile in occasione del Salone del Mobile di Milano, tre sedute essenziali e delicate: Class, Dot e Tattoo.
Appositamente studiate per l’area contract, la sedia e la poltroncina imbottite Class hanno un look vagamente retrò, abbinato ad una linea giovane e attuale che le rende perfette per l’arredamento di hotel e ristoranti. La poltroncina è caratterizzata da uno schienale molto ampio ed avvolgente che conferisce alla seduta un comfort ottimale oltre ad essere un comodo appoggio per le braccia. Il rivestimento è un esempio della sapiente… Leggi l’articolo
Iko, la collezione Flou dedicata alla camera da letto26/02/2016 – Il letto IKO è il valore della semplicità, dell’armonia, della combinazione per nulla scontata di materiali diversi ed eterogenei.
Se già il nome evoca se…
Nella nuova programmazione 2014-2020 nel quadro delle politiche per la crescita della UE, per la prima volta la Commissione europea (CE) adotta un piano per i liberi professionisti equiparandoli agli imprenditori, già destinatari di finanziamenti europei.
Vediamo quali sono gli interventi dedicati alla categoria, quali i fondi pubblici e come accedervi.
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Finalmente, dopo anni di esclusione dai finanziamenti UE, i liberi professionisti sono riconosciuti, a livello europeo, come PMI, nonché come soggetti fondamentali per il conseguimento degli obiettivi comunitari delineati nella Strategia Europa 2020 con orizzonte appunto fissato al 2020.
Il cambio di rotta di Bruxelles si deve ad un’indagine a livello comunitario condotta nel 2010 che ha evidenziato l’esistenza di 3,7 milioni di imprese di liberi professionisti che forniscono un’occupazione a 11 milioni di persone. Comprensibilmente, si tratta di un business non marginale, superiore ai 560 miliardi di euro. Il ruolo dei liberi professionisti per il conseguimento degli obiettivi europei con orizzonte 2020, sarà strategico, grazie alle loro conoscenze tecniche potranno contribuire nei seguenti settori:
Nel 2015 la CE ha lanciato un Piano d’azione per migliorare l’attività degli 11 milioni di persone che nell’UE svolgono libere professioni in una forma strutturata equiparabile a quella di una micro o piccola impresa, tra cui anche quelle tecniche (architetti, ingegneri e non solo).
In sintesi, i liberi professionisti possono essere destinatari di qualunque tipologia di fondo comunitario.
Vediamo i punti su cui si articola il Piano:
La L. 208/2015, detta anche “legge di stabilità” ha riconosciuto quanto affermavano alcuni anni fa la Raccomandazione 2003/361/CE e il Regolamento UE 1303/2013, che equiparavano i professionisti alle PMI, poiché la nozione di impresa, in Europa include qualsiasi entità che esercita un’attività economica, a prescindere dallo status giuridico di detta entità e dalle sue modalità di finanziamento.
Pertanto, in quella definizione rientrano a pieno titolo anche i liberi professionisti e così, nel 2014, le Linee d’azione per le libere professioni, del Piano d’azione imprenditorialità 2020, li individuano come destinatari dei fondi europei. Nonostante ciò, la gran parte dei bandi regionali italiani hanno continuato ad escludere le categorie professionali inserendo in molti casi l’iscrizione alla Camera di Commercio come requisito imprescindibile.
Dal primo gennaio 2016, l’approvazione della legge di Stabilità dovrebbe, in teoria, eliminare tutte le barriere d’accesso -ai professionisti- ai prossimi bandi, sia regionali che nazionali, dei fondi strutturali europei. Inoltre, al di fuori di iniziative ad hoc, attraverso la creazione di un consorzio di fidi, i professionisti dovranno essere beneficiati anche dalle misure di garanzia per prestiti. Complessivamente, tali misure dovrebbero consentire alla categoria di competere nel mercato globalizzato e della libera circolazione delle idee, sancito definitivamente con l’attuazione della tessera professionale europea.
Un’ulteriore e doverosa precisazione: con il Ddl Lavoro (collegato alla L. 208/2015) l’equiparazione tra imprenditori e liberi professionisti sarà a tempo indeterminato, quindi non più limitata fino al 2020. Infine, l’articolo 7 del Ddl Lavoro stabilisce che l’accesso ai fondi UE è aperto ad ogni forma di lavoro autonomo, diversamente dalla norma contenuta nella Legge di Stabilità 2016 che citava solo i “liberi professionisti” senza fornire ulteriori approfondimenti in merito.
Il Piano d’azione per le libere professioni dunque consente anche ai liberi professionisti di fruire degli 80 miliardi di euro del programma Horizon 2020, relativo a ricerca e innovazione, e dei 2,4 miliardi dei fondi del programma COSME 2014–2020 entrambi lanciati nel 2014.
Allo stesso modo anche i piani operativi regionali (POR) e nazionali (PON) dei fondi sociali europei (FSE) e fondi europei di sviluppo regionale (FESR), rientranti nella programmazione dei fondi strutturali europei 2014-2020, si intendono estesi anche ai liberi professionisti.
L’apertura dei bandi comunitari ai liberi professionisti dovrebbe così consentire all’Italia di sfruttare meglio i fondi strutturali. Secondo l’ultimo aggiornamento sulla spesa certificata nell’attuazione dei programmi finanziati dai fondi comunitari, il nostro Paese ha raggiunto il 47,5% della dotazione totale stanziata nel ciclo di programmazione 2007-2013, in altri termini, ciò significa che è riuscito a spendere neppure la metà dei 100 miliardi resi disponibili dall’UE.
I liberi professionisti, privi di nozioni di euro progettazione e di project management, troveranno particolarmente utile lo sportello del Comitato Unitario delle Professioni. Entro aprile del 2016 ne verrà aperto, ci auguriamo, uno in ogni provincia, o almeno in modo sufficientemente capillare per diffondere informazioni riguardo all’accesso ai bandi europei e per istruire le procedure di domanda.
Per concludere condividiamo il pensiero del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, in merito all’apertura dei fondi UE ai liberi professionisti: “Non si tratta di un traguardo, ma di un punto di partenza per assicurare a tutti i liberi professionisti, senza alcuna distinzione, le risorse necessarie per competere ad armi pari sul mercato dei servizi professionali. Adesso, dobbiamo rimboccarci le maniche perché siamo all’inizio di un percorso che, in linea con gli orientamenti comunitari, supera le distinzioni tra PMI e studi professionali e ridisegna dalle fondamenta il valore dei liberi professionisti in un contesto economico ancora fragile”.
25/02/2016 – Il Senato ha rinnovato la fiducia al Governo approvando in via definitiva il disegno di legge “Milleproroghe” con 155 voti favorevoli e 122 contrari.
Diventa quindi legge lo spostamento in avanti dei termini per …
25/02/2016 – Quando si sceglie e si progetta una casa è fondamentale tener conto dei parametri che influenzano il benessere, o comfort, di chi vive gli spazi.
Il comfort è influenzato principalmente da: temperatura dell&rsq…
25/02/2016 – Marcia indietro sul BIM obbligatorio. L’ultima bozza del Codice Appalti non prevede termini stringenti, ma solo la possibilità che le Stazioni Appaltanti chiedano l’uso dei sistemi di modellazione elettronica per l…
25/02/2016 – Rigenerazione del patrimonio immobiliare scolastico e costruzione di nuovi istituti. Sono queste le finalità del Progetto Scuole per 15 comuni italiani, partito con la firma dell’accordo tra Agenzia del Demanio, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, della Fondazione Patrimonio Comune di ANCI e del Comune di Castel San Pietro Terme (BO) per conto di tutte le amministrazioni comunali.
L’accordo ha l’obiettivo di realizzare nuovi poli scolastici e di riqualificare vecchi edifici, rendendoli più efficienti da un punto di vista energetico e adeguandoli alle ultime normative in materia di sicurezza e riduzione del rischio sismico-idrogeologico, abbattendo le barriere architettoniche. Il progetto potrà essere realizzato grazie ai finanziamenti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e attraverso la costituzione del Fondo d’investimento immobiliare dedicato.
L’iniziativa..
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25/02/2016 – Incentivi fiscali e semplificazioni per l’acquisto di materiali edili riciclati, premialità per la messa a punto di tecniche innovative per la demolizione selettiva e agevolazioni per l’utilizzo del Bim nel monitorare l’intero ciclo di vita delle costruzioni.
Queste le possibili azioni proposte per favorire l’uso di materiali riciclati in edilizia dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), nel corso dell’audizione del 23 febbraio 2016 al Senato sul pacchetto di misure presentate dalla Commissione europea in materia di economia circolare.
Commissione UE e rifiuti in edilizia
In audizione l’Ance ha messo in evidenza che la Commissione Europea ha adottato un pacchetto di misure sull’economia circolare che comprende la modifica di alcune Direttive, tra cui la Direttiva quadro sui rifiuti per favorire l’utilizzo sostenibile delle risorse e la gestione dei rifiuti.
Secondo la Commissione..
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25/02/2016 – Si sono conclusi i lavori della nuova piastra servizi, l’area dedicata a viaggiatori e frequentatori, della stazione ferroviaria di Roma Termini. Martedì scorso il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, ha…
Il progetto LAGO dedicato al mondo dell’infanzia e della formazione
25/02/2016 – LAGO presenta la linea KIDS & YOUNG, parte del nuovo progetto per l’infanzia e la formazione.
Riconoscere nell’infanzia una fase preziosa in cui è importante stimolare la facoltà di pensiero è per Lago il corollario di un pensiero che considera il design uno strumento di trasformazione sociale. Di qui l’idea di un progetto più ampio, destinato a non esaurirsi in una semplice collezione di arredi, diventando piuttosto un percorso per lo sviluppo di una progettazione per bambini e ragazzi. Il driver è favorire l’educazione alla bellezza.
Con il supporto di un Comitato Scientifico – composto da Marnie Campagnaro,… Leggi l’articolo