German Design Award per SieMatic 29

Una nuova interpretazione della cucina buffet tradizionale

10/12/2015 – Il famoso ‘German Design Award’ è il premio internazionale di design conferito dal German Design Council e annovera i competitor di design più riconosciuti a livello mondiale. Il ‘German Design Award’ di Gold rappresenta il meglio del design internazionale. Infatti questo premio speciale viene attribuito solo ai design più prestigiosi in ciascuna categoria.
 
Tra quelli premiati per il 2016 spicca una realizzazione esclusiva e caratteristica di SieMatic: SieMatic 29 – la nuova sorprendente e versatile reinterpretazione della cucina buffet tradizionale, con cui l’azienda di Loehne in Westfalia ha ottenuto i primi successi dopo… Leggi l’articolo

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Guerra del ’15-’18, iniziative per la tutela della memoria collettiva

Ricordiamo che dallo scorso maggio, con l’osservanza di un minuto di silenzio, l’Italia ha inaugurato una serie di eventi commemorativi del I centenario della Grande Guerra, che si celebreranno, da nord a sud e da est ad ovest, fino al 2018. Vediamo il quadro dei finanziamenti e alcune significative iniziative per conservare la memoria collettiva con particolare riguardo per le future generazioni.

SECONDA GUERRA MONDIALE: IL RECUPERO DI UN RIFUGIO ALPINO DISTRUTTO

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“Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro” (cit. Luis Sepulveda). Gli architetti, come gli storici, dovrebbero sentirsi investiti dell’onore e onere, di tramandare il patrimonio monumentale per testimoniare il fallimento della politica basata su “un’economia a mano armata”, responsabile della distruzione irrimediabile della biodiversità umana, ovvero di preziosi saperi popolari (quelli più vulnerabili, poiché verbali), ma soprattutto la principale causa di traumi psicofisici irreversibili, spesso ereditati inconsapevolmente dai discendenti delle vittime.

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A causa della prima guerra mondiale, il nostro popolo (suddito del re Vittorio Emanuele III di Savoia) pagò -dopo quello francese e tedesco- uno dei più alti tributi: circa il 3,48% perse la vita, di cui 651.000 militari e ben 589.000 civili (Philip J. Haythornthwaite, The World War One Source Book, Arms and Armour, 1993).

I padri fondatori della nostra Repubblica, quando scrissero l’art. 11 della Costituzione (in vigore il 1º gennaio 1948), si resero ben conto delle nefaste conseguenze dei conflitti bellici: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

Ben lungi, dunque, dai principi pacifici fondanti il nostro Stato, i Governi dall’11 settembre del 2001 hanno incrementato la spesa pubblica per potenziare gli armamenti. Nel 2012 il Nostro ha investito complessivamente 23 miliardi di Euro, e grazie all’appoggio finanziario di numerosi istituti di credito –anche nostrani- continua ad autorizzare le esportazioni di armi anche in aree calde per un totale di 6,6 miliardi di Euro. Inoltre, analizzando il Libro bianco sulle spese militari del 2012 (di Sbilanciamoci), emerge un paradosso inaccettabile per la gente di buon senso: mentre le sofferenze sociali per la crisi economica -acuitasi dal 2008- stanno ancora crescendo in modo esponenziale, i generali del nostro Paese si dilettano in “giochi di guerra” per una difesa “preventiva” fuori dei confini nazionali. Quelle stesse risorse potrebbero, invece, essere investite ad esempio in opere pubbliche di restauro e conservazione della memoria collettiva, rilanciando così il settore delle costruzioni da anni agonizzante e magari nel contempo anche il turismo culturale.      

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In altre parole, noi cittadini dobbiamo sostenere azioni militari che niente hanno a che vedere con il criterio di “difesa sufficiente” e soprattutto coerente, non solo con il menzionato art. 11 della Costituzione, ma nemmeno con l’art. 52 (ruolo nazionale e democratico delle forze armate).
Invece di “svuotare gli arsenali e riempire i granai”, in un silenzio assordante da parte della stampa, il nostro Governo preferisce salvaguardare gli interessi e i privilegi della casta militare, e ridurre linearmente i fondi per il servizio civile del 77%, togliendo così alla collettività preziose risorse umane, spendibili nei servizi sociali, nell’auspicabile conversione ecologica e in definitiva in disarmo.

LE INIZIATIVE A TUTELA DELLA MEMORIA COLLETTIVA

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Per la commemorazione del Centenario della prima guerra Mondiale il Governo si è prefisso di armonizzare le attività promosse dai diversi enti, pubblici e privati, coinvolti, coordinando, o avviando iniziative aventi i seguenti obiettivi generali:

  • ricordare la Grande Guerra, l’eroismo e il sacrificio dei soldati e della cittadinanza, e tutte le vicende – politiche, culturali, civili – ad essa legate come episodio di fondamentale importanza nel processo di costruzione dell’identità europea, della nostra storia nazionale e di coesione tra gli italiani di ogni regione;
  • promuovere il recupero di storie e luoghi della memoria, spesso dimenticati o trascurati, valorizzandone quelli già inseriti in circuiti museali, o turistici, e potenziandone la conoscenza;
  • rendere immediatamente riconoscibili per i cittadini tutte le iniziative legate alle Commemorazioni.

I comitati Interministeriale per il Centenario della prima guerra mondiale e Storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, con il supporto progettuale e operativo della Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale, sono gli enti deputati alla definizione degli obiettivi, all’individuazione delle iniziative e alla loro pianificazione nel quadriennio 15-18.

Il web dei monumenti  e il programma degli eventi commemorativi

Con il fine di rendere consultabile, in forma unitaria, il patrimonio censito dall’Istituto Centrale per il Catalogo, in collaborazione con le soprintendenze territoriali, è stato creato un apposito portale. Nella sezione ‘’Documenti e immagini della Grande Guerra’’ sono già visualizzabili le prime 6.000 schede illustrative relative ai principali monumenti ai caduti.

caption: Il monumento al Milite Ignoto, P.zza Venezia a Roma

Tra gli eventi passati menzioniamo la proiezione del film-documentario “Fango e Gloria”, promossa dalla RAI, nel quale viene ricostruita la storia del Milite Ignoto, i cui Resti mortali sono tutt’oggi tumulati nel complesso monumentale del Vittoriano a Roma. Rimandiamo alla consultazione della sezione “il programma delle regioni” nel sito per visualizzare la programmazione dei futuri eventi commemorativi.

IL QUADRO DEI FINANZIAMENTI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO STORICO

Il piano degli interventi infrastrutturali e dei riallestimenti museali, per commemorare il centenario della Grande Guerra, venne inaugurato con la Legge 7 marzo 2001, n. 78 “Tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale”, pare sulla base di una profonda ricognizione delle iniziative programmate da enti pubblici e privati -sia a livello nazionale che extra nazionale- con l’obiettivo ambiziosissimo di realizzare un “Memoriale diffuso” attraverso le seguenti azioni:

  • il recupero dei luoghi che conservano la memoria del primo conflitto mondiale: sacrari, forti, trincee, camminamenti, etc.;
  • la valorizzazione di quelli già inseriti in circuiti museali e turistici attraverso il coinvolgimento delle comunità locali;
  • la creazione di una rete nazionale, per favorire uno sviluppo culturale, didattico e turistico sostenibile, rivolto anche a visitatori non italiani.

Il MiBACT, in accordo con il ministero della Difesa selezionò i seguenti nove interventi di restauro conservativo:

  • Sacrari in Italia: Redipuglia, Cima del Grappa, Asiago, Montello, Caduti d’Oltremare, Oslavia;
  • Cimiteri militari all’estero: Bligny in Francia, Mauthausen in Austria, Caporetto in Slovenia.

Con la menzionata legge dovevano essere finanziate anche le più avanzate tecnologie multimediali per i musei esistenti, già oggetto del restauro conservativo. Le coperture finanziare, incluse le autorizzazioni a contrarre mutui con onere a carico del bilancio dello Stato, erano state assegnate dal Ministero in questione, prioritariamente, ai progetti relativi alle zone di guerra più direttamente interessate dagli eventi bellici del 1916-18 (sugli altopiani vicentini). Durante i quindici anni precedenti al Centenario, dunque, potevano essere spesi complessivamente circa 13,25 milioni di euro, cifra all’epoca espressa in Lire rivalutata oggi in base al tasso medio annuo dell’1,5% secondo l’ISTAT.        

Il Governo Berlusconi, con il D.Lgs 15 marzo 2010, n. 66 Codice dell’ordinamento militare, in vigore dal 9/10/2010, abrogava una serie di leggi tra cui anche la menzionata 78/2001, che fino al 2004 aveva erogato complessivamente 548.098 Euro. Ecco i beneficiari in ordine decrescente dell’ammontare del finanziamento ottenuto: Veneto (273.739€), Stato Maggiore dell’Esercito (75.000€), Emilia Romagna (43.000), Lazio (36.151€), Piemonte-Valle D’Aosta e Campania (50.000€), Toscana (18.000€), Liguria (8.000€) e Lombardia (4.118€).

Nel 2014, dopo una pausa di un decennio, con la “Legge di Stabilità” (art. 1 com. 309) il Governo Renzi riformula lo stanziamento per iniziative celebrative del primo Centenario e istituisce un fondo presso la Presidenza dei ministri pari a 3 milioni di Euro per il biennio 2015-16. Le destinatarie della menzionata sovvenzione sono le iniziative culturali commemorative, sia pubbliche che private, collocate entro due grandi aree: restauro e ripristino dei monumenti e iniziative di carattere culturale, a loro volta divise in due sezioni in base al tipo di proponente; le prime sono promosse dal Comitato del MiBACT (mostre, convegni, pubblicazioni, attività con le scuole) e le seconde sono proposte al Comitato del MiBACT da enti terzi (tra i beneficiari annoveriamo l’Accademia di Brera e il CONI).

Attualmente le fonti finanziarie disponibili per il settore dei beni culturali e paesaggistici sono di varia natura: possono essere stanziamenti statali, o regionali (relazionati con i fondi comunitari) ed hanno differenti beneficiari: organismi del MiBACT, Enti Locali e Istituti privati. Al MiBACT è attribuita una quota degli utili derivanti dal gioco dell’estrazione del Lotto, pari ad un importo annuo di circa 155 milioni di euro. Tali fondi sono assegnati in base ad un programma triennale e sono destinati al recupero ed alla conservazione di beni architettonici e paesaggistici, archeologici, artistici e storici, archivistici e librari.

Nelle Regioni a Statuto speciale (a cui è affidata, per legge, la diretta gestione dei Beni Culturali) tali risorse finanziarie vengono integrate da fondi stanziati dalle Leggi Finanziarie. In aggiunta, esiste un programma di sostegno economico per la tutela della memoria collettiva da parte della UE, si tratta di fondi strutturali destinati all’attuazione di interventi specifici, rispondenti a determinati requisiti. Tali fondi, detti anche indiretti, sono organizzati e distribuiti attraverso i Documenti di Programmazione Regionale. I beneficiari di tali risorse sono gli enti locali territoriali (in primis i Comuni e i loro Consorzi) e loro associazioni (anche con soggetti privati) le cui iniziative vengono programmate in modo da attivare il cofinanziamento, appunto, dei fondi strutturali comunitari.
Per quanto riguarda le Regioni OB1, il finanziamento è regolato dall’Asse III-Risorse Culturali, mentre per le Regioni OB2 si hanno indicazioni legate soprattutto ai Sistemi Locali di Sviluppo.

I MONUMENTI COMMEMORATIVI AI COMBATTENTI CADUTI

caption: Foto del monumento ai caduti a Dese Di Favaro Veneto

In molte cittadine italiane, paesi d’origine dei combattenti, troviamo almeno un monumento dedicato alla memoria del loro immane sacrificio, del tutto simili a quello in cui è ricordato il bisnonno dell’autrice (Luigi Scapin) nel paese di origine, Dese di Favaro Veneto. 

Questo è l’esempio tipico dell’usanza di menzionare assieme, e indistintamente, i caduti della prima e della seconda Guerra Mondiale. A distanza di anni tale pratica rende difficile -se non impossibile- la ricostruzione della storia di ogni singolo defunto. Inoltre, il monumento rappresenta un raro esempio di raffigurazione dei ritratti al lato dei nomi dei soldati defunti, realizzati su ceramica. Alcuni ritratti purtroppo sono scomparsi, probabilmente andati distrutti.

Secondo la scheda redatta a dicembre del 2013 dalla Soprintendenza di Venezia, il menzionato monumento è datato tra gli anni ‘20 e ‘40 del XX secolo, e già non si trovava in buon stato: era ricoperto da una patina grigia, fessurato diffusamente e rimaneggiato in modo non professionale. Secondo gli addetti ai lavori (restauratori specializzati in opere d’arte) è pratica assai diffusa la manomissione dei monumenti vincolati dalla Soprintendenza, per capitolati di restauro sotto la soglia dei 40.000 Euro (per i quali non è richiesta la categoria SOA OS 2A). Pertanto gli interventi sfuggono al controllo burocratico da parte delle autorità competenti in materia di tutela del patrimonio storico, e dunque vengono realizzati con la compiacenza dei responsabili degli uffici tecnici comunali che si fingono “ciechi-sordomuti”. Visti i tempi biblici di risposta, per il rilascio del nulla osta, da parte delle Soprintendenze (secondo una recente circolare del MiBACT purtroppo è ammessa la risposta anche oltre i termini di legge di 90 giorni) possiamo, dunque, supporre sia la più probabile giustificazione per un lavoro inadeguato e quindi abusivo, ma in ogni caso è inaccettabile perché spesso realizzato secondo metodi non professionali, i quali causano danni irreversibili, o almeno determinano costi aggiuntivi all’importo complessivo per interventi di ripristino, o demolizione dei falsi storici. In questo caso la Soprintendenza consiglia di denunciare l’illecito contro ignoti ai Carabinieri o alla Procura di competenza.

RINGRAZIAMENTI

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Grazie all’associazione Cime e Trincee, e in particolare al contributo del presidente Daniele Girardini, l’autrice è riuscita a recuperare informazioni preziose a distanza di 99 anni dalla morte del proprio caro bisnonno materno (creduto disperso in guerra): alla brigata di appartenenza (Reggimento Fanteria della brigata Ivrea) durante il servizio militare, all’ultima posizione in vita (ospedale militare di Lugo di Romagna), le cause della sua morte (morbo contratto per ingerimento di acqua contaminata) e, in fine con grande emozione, alla localizzazione dei Resti mortali in un luogo molto lontano dalle sue origini (cimitero monumentale di Lugo di Romagna). L’autrice, raccontando la propria esperienza di ricerca, spera di incoraggiare altri studiosi a ricostruire gli ultimi giorni di vita dei propri cari ritenuti erroneamente dispersi. Infatti, senza determinazione, la ricerca storica avrebbe potuto abortire al primo scoraggiamento: l’assenza del nominativo del milite nell’Albo d’oro dei combattenti .

Probabilmente solo pochi sanno che esiste un altro albo cartaceo, oltre a quello più recente on-line e che evidentemente non è completo. Ciascun combattente è dunque registrato con le proprie generalità, i nomi dei genitori, data e luogo di nascita ed eventualmente anche della morte nel caso in cui fosse avvenuto il riconoscimento dei Resti, poiché spesso difficilissimo da farsi. Infatti, all’epoca, ciascun soldato veniva identificato mediante un foglio di carta pieghevole custodito, in modo rudimentale, in un cofanetto metallico portato al collo. Per la sua natura vulnerabile, tale documento spesso poteva venire facilmente compromesso durante i combattimenti e quindi la sua lettura divenire impossibile o andare perso.

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Inoltre, l’autrice ringrazia sentitamente anche la responsabile del cimitero di Lugo di Romagna, Graziella Baldrati  e il direttore dell’Archivio di Stato di Venezia, il dr. Raffaele Santoro. La prima per la sollecitudine nel verificare con estrema accuratezza la collocazione attuale dei Resti mortali del proprio bisnonno e il secondo per il sollecito e meticoloso contributo proferito nella ricerca anagrafica, nonostante le copiose domande di ricerca di documentazione militare, dovute alla ricorrenza del Centenario della Grande Guerra e a quelle per il riconoscimento della cittadinanza italiana ai discendenti di nostri connazionali emigrati.

I Resti del bisnonno assieme a quelli di altri combattenti caduti sono tumulati in una nicchia di una delle arcate del cimitero di Lugo, dietro una grande lapide marmorea, piuttosto anonima, seppur ben conservata dal 1930 come si evince da una foto scattata recentemente. L’omissione dei nomi dei caduti può essere giustificata solo dal difficile contesto storico ed economico, che comunque non giustifica la mancanza di rispetto nei confronti, in primis, dei soldati e in seconda battuta dei discendenti che si vedono impossibilitati a ritrovare facilmente il luogo di sepoltura. 
Infine, la ricerca storica nel menzionato cimitero si è rivelata propizia poiché ha permesso di scoprire anche il sontuoso monumento che conserva i Resti dell’ “Asso degli assi” dell’aviazione militare italiana, il maggiore Francesco Baracca, situato a pochi metri di distanza.  

L’APPELLO AL MINISTERO

Per concludere, in nome dei discendenti dei combattenti, l’autrice indirizza al ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica il seguente appello: tutti i monumenti -indistintamente, dal più grande al più piccolo- devono in futuro godere di identiche politiche di tutela, affinché in alcun modo il dolore possa essere gerarchizzato in base ai gradi militari, o alla cause della morte. Pertanto chiede che i soldi pubblici vengano amministrati in modo equo e trasparente, con l’auspicio che, per tale scopo, possano essere creati nuovi posti di lavoro di elevata professionalità.

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Ceci n’est pas une radiateur!

Sculture e quadri nascondono un cuore tecnologico

09/12/2015 – Cosa succederebbe se le opere d’arte appese al muro emanassero calore? O al contrario, i radiatori diventassero opere d’arte? Una delle ultime tendenze nel mondo del design riguarda proprio la reinterpretazione del termoarredo, con proposte dal forte impatto visivo che pur non trascurano resa termica e risparmio energetico.
 
Realizzato in acciaio o alluminio, il termoarredo strizza l’occhio al mondo dell’arte: dalle sculture barocche alle opere informali, dismette i panni di semplice elemento funzionale per diventare protagonista dello spazio, come una vera e propria opera d’arte. 

Pop!
Una graffetta da ufficio e una scala: l’ispirazione… Leggi l’articolo

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Né grigio né beige: grège!

La Cornue amplia la palette cromatica con un nuovo colore

09/12/2015 – La Cornue dota la sua ricca gamma cromatica (ben 26 tonalità) di un nuovo colore : il grège. Nè grigio nè beige, quest’ultimo è un delicato mix che i dizionari descrivono come ‘il colore della seta grezza’ ; una tinta tenue, perfetta per chi vuole connotare l’interior con toni naturali. Abbinato al noce o alla pietra grezza, il grège gioca la carta della raffinatezza, dell’eleganza e della discrezione.
 
Utilizzato per tutte le gamme di cuisinière La Cornue, il grège vestirà anche la colle- zione di arredi in metallo Château, le cappe e il celebre girarrosto Flamberge. Nella… Leggi l’articolo

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Area Declic si rinnova

Nel catalogo 2016 nuovi prodotti e inedite finiture

09/12/2015 – Una nuova veste grafica pulita e intuitiva accompagna la presentazione di una gamma colori rinnovata, diverse novità prodotto e accessori.
 
Il nuovo catalogo di Area Declic è il risultato di un importante lavoro di rinnovamento impostato negli ultimi mesi e che inaugura un periodo di crescita stilistica e qualitativa del brand, che oggi ancora più di ieri vuole farsi strada nel mercato contract internazionale con prodotti semplici, razionali e duraturi che mai tradiscono la natura della loro funzione.

Il marchio Area Declic nasce nel 2006, dall’esperienza di un team da sempre inserito nel mondo dell’arredamento e più in particolare… Leggi l’articolo

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‘Classic’ di Gattoni Rubinetteria. Il fascino della tradizione

Le collezioni bagno dal gusto retrò

09/12/2015 – Le proposte “Classic” di Gattoni si declinano attraverso modelli di gusto retrò, capaci di evocare il passato. Ad esempio, nella serie Timor, i miscelatori per lavabo e per vasca sono impreziositi da manopole dalla forma ricercata che ricordano i petali di un fiore; mentre nella collezione Orta sono arricchite da inserti bombati, che personalizzano l’ambiente. Gli amanti dei volumi più lineari apprezzeranno, invece, le serie Samoa, dal disegno slanciato ed essenziale, ed Antigua, dotata di leve dai profili che evocano ali librate nello spazio. 

In “Classic”, equilibrio e tradizione trovano piena espressione attraverso le serie… Leggi l’articolo

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Superfici high-tech in vetro e DuPont™ Corian®

In Germania un progetto di recupero nella piazza centrale di Backnang

09/12/2015 – Il colore bianco della tecno-superficie DuPont™ Corian® – un tono che trasmette piacevoli sensazioni di spazio, apertura e leggerezza – è stato utilizzato per la trasformazione di un edificio residenziale e commerciale degli anni ’70, scuro e massiccio, situato nella piazza centrale del mercato di Backnang, città tedesca situata nel Baden-Württenberg. 

L’indirizzo Fruit Market (Am Obstmarkt), evoca immagini della piazza principale di un vecchio mercato. Il centro della pittoresca città di Backnang, situata nella Germania meridionale, ha perso gran parte del suo fascino originale a causa dei bombardamenti della Seconda Guerra… Leggi l’articolo

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I grattacieli di Zaha Hadid a Pechino

Tre “montagne intrecciate” dalle forme sinuose, morbide e fluide che ricordano tre elementi naturali, nel distretto di Wangjing a Pechino. Questa è l’interpretazione di colei che ormai è considerata la regina dell’architettura, sempre al centro dell’attenzione e vincitrice di numerosi premi per l’architettura sostenibile: Zaha Hadid.

Anche stavolta l’architetto iracheno è riuscita a trionfare ipnotizzando la giuria e aggiudicandosi il prestigioso premio “Emporis Skyscrapers Award 2014” con il suo progetto Wangjing SOHO, diventato ormai un punto di riferimento nel contesto urbano della città cinese.

CITY LIFE: IL QUARTIERE DI MILANO A ZERO EMISSIONI FIRMATO DALLE ARCHISTAR

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IL CONTESTO URBANO

Gli edifici multifunzionali di Zaha Hadid, completati ormai da un anno, sono alti rispettivamente 118, 127 e 200 metri, immersi in un grande parco pubblico di 60 mila metri quadrati che attira a sé la comunità locale. La fusione di verde e architettura caratterizza l’ambiente rendendolo armonioso e affascinante.

Tutto il complesso è situato a nord-est di Pechino, a circa dieci km dal centro, in un quartiere sorto a metà degli anni novanta a destinazione residenziale, trasformatosi poi in un grande polo tecnologico, sede di numerose aziende e società internazionali e uno dei centri più famosi per le start-up della capitale. Per questo motivo, nel distretto di Wangjiing con il passare degli anni, è aumentata sempre più la domanda di spazi per uffici flessibili e diversificati: da quelli di dimensioni molto ridotte a quelli più ampi per i gruppi di fama internazionale.

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Le aree esterne

La composizione dei volumi dei grattacieli e il disegno delle forme sinuose, favoriscono l’ingresso di luce naturale da ogni punto degli edifici, la cui visione cambia secondo l’angolo da cui si osservano; da certi punti le torri appaiono come unico insieme architettonico, da altri come corpi individuali. La scelta di realizzare tre torri a discapito di un unico volume su un’area di 560 mila mq totali, è stata sicuramente una scelta intelligente che ha permesso di alleggerire la massa architettonica all’interno del sito a forma di ventaglio, dando un carattere identitario al contesto locale in continua crescita.

Il particolare studio delle aree esterne stimola i dipendenti degli uffici e degli spazi commerciali a recarsi al lavoro in bicicletta o con un’auto elettrica. Sono infatti presenti numerosi parcheggi e colonnine per la ricarica, oltre a docce e spogliatoi per rinfrescarsi dopo la pedalata.

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LE CARATTERISTICHE SOSTENIBILI

Su ogni piano sono presenti serramenti apribili con sistemi in vetrocamera basso-emissivi per favorire la ventilazione naturale, quando necessario. Sulle facciate, fasce orizzontali aggettanti in alluminio proteggono dal soleggiamento mentre lo strato esterno isolante riduce il fabbisogno energetico per riscaldare e raffrescare gli ambienti. In un contesto climatico estremo come quello di Pechino (e in questi giorni le immagini che arrivano dai media sono molto eloquenti), per questo progetto sono stati studiati appositi sistemi per abbattere le emissioni, limitare l’uso di acqua potabile con dispositivi di riutilizzo e riciclo dell’acqua, ridurre i consumi energetici con sensori di controllo, impianti per l’erogazione di corrente a bassa intensità e recupero di calore dall’aria esausta. Sono stati inoltre installati refrigeratori, ventilatori, boiler e pompe ad alta efficienza facendo registrare in un anno la riduzione del 12,8% dei consumi energetici e un risparmio idrico del 42%.

Per gli interni la preferenza è andata su materiali a basso contenuto di composti organici volatili, eliminando così le fonti d’inquinamento negli ambienti con l’uso di filtri ad alta efficienza e permettendo un aumento di aria fresca per persona di circa il 30%.

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Il secondo gradino del podio dell’“Emporis Skyscrapers Award 2014” è andato all’architetto italiano Stefano Boeri con il suo Bosco Verticale realizzato a Milano, un progetto intenzionato a riportare verde e biodiversità in un contesto fortemente urbanizzato e povero di spazi verdi.

Al terzo posto il progetto per il grattacielo francese Tour D2 realizzato dall’Agence d’Architecture Anthony Béchu.

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Guida all’acquisto del regalo di Natale per un architetto + 10 idee

Devi fare un regalo di Natale ad un amico architetto o alla fidanzata che ha appena ricevuto un incarico come direttore dei lavori? Niente panico.

Gli architetti sembrano esseri difficili, a volte snob, spesso si credono artisti incompresi, ma fare loro un regalo non è cosa impossibile. L’importante è evitare questi 4 errori da principiante e seguire questi (ironici) consigli:

  1. Evita fronzoli, merletti, decorazioni. Orientati piuttosto su un oggetto dalle linee pulite e semplice, senza fronzoli. L’essenzialità è una regola d’oro.
  2. Se sei indeciso tra un oggetto colorato o nero, non farti prendere dalla voglia di aggiungere un tocco di colore al guardaroba del tuo amico: potrebbe essere un grave errore. Ricordati che l’architetto per antonomasia si veste di nero dalla testa ai piedi.
  3. Pensa ad un regalo di Natale che lo faccia sentire un po’ più figo sul luogo di lavoro. Non potrai sbagliare.
  4. Non cadere nel tranello dell’elettronica: il tuo amico architetto avrà sicuramente il gadget più avanzato di quello che trovi sullo scaffale (anche virtuale) del tuo negozio di fiducia.
In copertina: Christmas gift box on white carpet in front of tree di Melpomene, via Shutterstock.

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Se questi consigli e suggerimenti sugli errori da evitare non sono sufficienti a fare accendere la lampadina e farti venire in mente un bel regalo di Natale per il tuo amico architetto, passiamo a qualche suggerimento pratico. Abbiamo infatti collezionato 10 idee per un regalo allo stesso tempo utile, semplice, professionale e in qualche modo legato al mondo dell’architettura. Crediamo che gli architetti potrebbero apprezzarli trovandoli sotto l’albero di Natale.

Regali professionali per un architetto

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Intramontabile, indispensabile, essenziale. Con un portamine non puoi sbagliare. Qualsiasi architetto che si rispetti ne possiede almeno uno, e si aggira spesso nei negozi specializzati in articoli per il disegno in attesa di aggiungerne qualcun altro alla propria collezione. Questo portamine della storica azienda italiana Kok-I-Noor è essenziale ed è prodotto da una realtà attiva nel mondo del disegno dal 1790.

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Oltre al portamine, c’è un altro oggetto che non può mancare ad un architetto. La Moleskine. Nera, ovviamente! Meglio se a pagine bianche.

Proteggere il proprio cellulare in cantiere è fondamentale. Polvere, sporco, urti e cadute potrebbero danneggiarlo. Una cover protettiva è fondamentale. Se utile anche a ribadire il proprio ruolo di architetto, ancora meglio. È disponibile per tantissimi modelli di cellulare.

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È chiaro che gli architetti tra tutti i colori prediligono il nero. Se proprio non deve essere nero, che sia bianco. Una sola eccezione: i Pantone. Questo brand ha finalmente portato un po’ di colore nella vita degli architetti, troppo impegnati a trascorrere le proprie nottate al pc per poter pensare a come abbinare i colori dei propri vestiti. Ebbene sì, se scegliete un oggetto della collezione di Pantone, può avere un colore. Se non volete arrendervi al nero Oltre alla cover per iPhone (che ho scelto di proporvi in giallo ma le opzioni sono tantissime) altre idee colorate sono una tazza pantone o una carinissima pallina Pantone per l’albero di Natale

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In alternativa, perfetto per chi ha recentemente inaugurato il proprio studio, un originale quadro raffigurante una citazione del famoso architetto Frank Lloyd Wright

Regali per il tempo libero di un architetto 

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Che ci creda o no, anche gli architetti hanno del tempo libero. Per lo più però lo trascorrono tentando di risolvere i crash di Autocad o leggendo libri di architettura. Per tentare di distrarli provate con un puzzle 3D. Di un edificio, ovviamente. Ce ne sono di diversi che raffigurano il Big Ben, la Torre Eiffel ed una versione completa del Colosseo. Per gli appassionati di calcio consigliamo il puzzle 3D dello stadio della Juventus, il Santiago Bernabeu o lo Stadio Olimpico di Roma.   

Gli intramontabili mattoncini Lego ora sono di moda anche tra i grandi. La serie Architecture è dedicata ad edifici famosi e ben noti a tutti gli architetti come Ville Savoye e la Sidney Opera House.

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Per convincere il tuo amico architetto ad uscire un po’ più spesso puoi provare a regalargli dei gemelli a forma di squadretta. Così non si allontanerà mai troppo dalla sua amata professione. 

In generale, se preferisci qualcosa di più serio, con una monografia di un architetto famoso o un libro di architettura vai sul sicuro. Ma abbiamo scovato qualcosa di più particolare, con cui crediamo possa fare centro. 

Ironico, il libro “Maledetti Architetti – dal Bauhaus a casa nostra” di Tom Wolfe analizza in modo divertente gli errori progettuali delle case moderne esaltando invece la semplicità e l’efficienza del Bauhaus e ridendo sugli architetti che rubano dal mondo della moda le parole per descrivere i propri progetti.

La recita dell’architetto – 1532 film e un videogioco”, è invece consigliato per gli amanti dell’architettura come del cinema. Questo libro infatti sottolinea lo stretto legame tra le due arti raccogliendo ben 1532 film in cui l’architetto è protagonista

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Il materiale più leggero del mondo: il Boeing Microlattice

Gli UMMs – Ultralight Metallic Microlattices (microreticoli metallici ultraleggeri) sono dei materiali artificiali strutturati in forma di schiuma metallica, con peculiari proprietà elettromagnetiche, le cui caratteristiche macroscopiche non dipendono esclusivamente dalla loro struttura molecolare ma anche dalla loro geometria realizzativa. Per diversi anni la Boeing, la più grande azienda statunitense costruttrice di aeromobili nonché la maggiore azienda del settore aerospaziale, in una joint venture con HRL Laboratories, società dell’avanguardia tecnologica che conduce numerose ricerche pionieristiche per soluzioni tecnologiche innovative, riconosciuta come leader nel campo delle scienze fisiche ed ingegneristiche, ha sviluppato Boeing Microlattice, un materiale innovativo estremamente leggero che possa essere usato nel prossimo futuro per alcune componenti degli aeroplani. 

SCHIUME ULTRALEGGERE E ISOLANTI DALLA NANOCELLULOSA

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La struttura del materiale più leggero al mondo

Nonostante sia un metallo e abbia una resistenza assimilabile a quella del titanio, il materiale è circa 100 volte più leggero del polistirene estruso-espanso (XPS) utilizzato per l’isolamento termico degli edifici. Il reticolo del Boeing Microlattice è composto per il 99,9% di aria e pertanto le sue proprietà dipendono dalla sua struttura piuttosto che dalla sua composizione chimica, analogamente per tutti i cosiddetti metamateriali. La densità del reticolo è pertanto di circa 0,9 milligrammi per centimetro cubo, caratteristica che ne fa il materiale più leggero del mondo, inferiore anche dell’aerogel, con densità pari a 1 mg per centimetro cubo.

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Il segreto dell’estrema leggerezza del Boeing Microlattice è nella struttura tridimensionale a celle aperte, composta da una fitta struttura periodica di nanotubi metallici cavi, ottenuta da una matrice polimerica. Le strutture tubolari hanno diametri di circa 100 μm, con spessori metallici di circa 500nm. Nel video di presentazione del materiale, Sophia Yang, scienziata ricercatrice che lavora per HRL Laboratories, assimila il polimero innovativo alla struttura ossea: esternamente molto rigida è anch’essa cava nella parte centrale risultando molto resistente ma allo stesso tempo leggera.

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Possibili applicazioni del Boeing Microlattice

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La Boeing sta ovviamente ricercando le possibili applicazioni del materiale nel campo aeronautico e spaziale: sostituendo alcune parti metalliche (pannelli laterali, cappelliere, pannelli di pavimentazione) con questo materiale, gli aerei sarebbero più leggeri e, considerando l’efficienza energetica, risparmierebbero una grande quantità di carburante, senza considerare che l’elasticità del materiale sarebbe senz’altro d’aiuto all’assorbimento termico e acustico in fase di volo. Essendo poi HRL Laboratories in parte di proprietà di GM – General Motors, è probabile che gli scienziati stiano anche valutando l’applicazione del Microlattice con vantaggi di leggerezza e consumi, assimilabili a quelli descritti per gli aeromobili, anche per alcune componenti delle automobili.

La sua facilità di trasporto e manipolazione renderebbe il materiale adatto anche per numerose applicazioni nel campo dell’architettura. Considerandone le caratteristiche fisiche, del tutto inconsuete per un metallo, corrispondenti principalmente ad una straordinaria leggerezza, ad una elevata comprimibilità e memoria di forma rispetto a intense compressioni del volume iniziale – quindi elevata capacità di assorbimento dell’energia meccanica –, se ne potrebbe prendere in considerazione l’utilizzo come isolante termico oltre che come materiale per l’assorbimento e l’isolamento acustico. Assorbimento che potrebbe riguardare anche urti e shock meccanici prefigurandone l’impiego in pavimentazioni tecniche flottanti e pannellature.

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Bonus 20% per chi compra casa per affittarla, ecco le regole

07/12/2015 –  Sconto Irpef del 20% per chi acquista o realizza un alloggio da affittare a canone concordato.
 
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM 8 settembre 2015, che attua le misure previste dal Decreto Sblocca Italia (DL 133/2014 convertito nella Legge 164/2014).
 
Sconto Irpef 20%, come funziona
È prevista una deduzione dal reddito ai fini Irpef pari al 20% del prezzo di acquisto di un alloggio da destinare alla locazione a canone concordato per un periodo non inferiore a otto anni. Beneficiano del bonus gli acquisti fino a 300 mila euro effettuati dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2017. La deduzione non può quindi superare i 60 mila euro.
 
Per beneficiare dell’agevolazione è necessario acquistare un immobile da un’impresa di costruzione o di ristrutturazione o, ancora, da una cooperativa edilizia.
 
L’acquisto si deve riferire ad un’unità immobiliare realizzata legittimamente,..
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