I progetti in gres porcellanato tecnico di Caesar al centro della fiera di Lione30/11/2015 – Lione inaugura il mese di dicembre con la nuova edizione di Paysalia, l’unico salone internazionale in Francia dedicato al paesaggismo con circa 350…
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Il software per progettisti creato da progettisti30/11/2015 – DIALux è il software gratuito creato da DIAL per la progettazione professionale della luce. Si tratta di un software pensato da progettisti per progettisti ed utilizzat…
Svelati i vincitori della 17esima edizione del concorso30/11/2015 – Sono stati svelati i vincitori del concorso Copper in Architecture: il primo premio è stato assegnato alla nuova sede della Trollbeads, il noto marchio danese di gioielli. …
Le placche Eikon Evo per il Bosco Verticale
30/11/2015 – Sbaragliando la durissima concorrenza dell’One World Trade Center di New York il Bosco Verticale, l’edificio milanese progettato dallo Studio Boeri, ha vinto il Council on Tall Buildings and Urban Habitat, assegnato ogni anno al grattacielo più bello del mondo dall’Illinois Institute of Technology.
Dopo aver vinto il prestigioso Highrise Award assegnato a Francoforte per l’edificio alto più bello e innovativo del 2014, il riconoscimento planetario del CTBUH di Chicago è la conferma di come il Bosco Verticale sia diventato un’icona dell’architettura internazionale contemporanea.
Il grattacielo è un esempio unico… Leggi l’articolo
Il nuovo progetto Agena in collaborazione con IED Torino30/11/2015 – Una linea più che mai originale e tech-oriented quella sperimentata da Agena con la nuova carta da parati CIRCUITI, progettata dalla giovane ed eclettica designer Eli…
Ideal Work per un nuovo progetto residenziale firmato Studio Architecno30/11/2015 – Una dimora dai volumi squadrati e scomposti e dalle ampie vetrate capaci di creare permeabilità tra interno ed esterno: è così che lo studio a…
Cabine doccia angolari per ottimizzare lo spazio30/11/2015 – Per ottimizzare lo spazio ma non solo: le cabine doccia angolari contribuiscono, anche negli ambienti più piccoli, a dare una sensazione di ariosità e ampiezza, soprattutto…
Piogge incessanti d’estate, temperature elevate d’inverno: il fatto che “non esistono le mezze stagioni” non è più soltanto un detto popolare. Il clima sta cambiando, il Pianeta si sta surriscaldando e la colpa è dell’uomo. È quanto emerge da un report reso noto da IRENA – Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili.
Lo studio, intitolato “REthinking Energy 2015 – Renewable Energy and Climate” ha portato gli esperti a rendersi conto di come l’uso di energie rinnovabili, associato all’impegno nel raggiungimento dell’efficienza energetica, possano inibire l’aumento della temperatura globale. Ne deriva che, se ciò non accade, l’energia che alimenta le abitazioni in cui viviamo non proviene da fonti rinnovabili e che l’uomo non si sta impegnando per salvare il pianeta che, nonostante tutto, continua ad ospitarlo.
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“La produzione di energia è causa di oltre i due terzi delle emissioni di gas serra”, ha affermato il direttore generale di IRENA, Adnan Z. Amin. Per contrastare il surriscaldamento basterebbe produrre appena il 36% dell’energia a partire da fonti rinnovabili per ottenere, entro il 2030, una riduzione della temperatura globale di almeno due gradi.
Il rapporto su rinnovabili e clima è stato presentato in occasione del decimo Council Meeting tenutosi ad Abu Dhabi proprio in questi giorni. Il pubblico che assiste all’evento conta, ogni anno, 250 partecipanti di 80 nazionalità diverse. L’obiettivo è quello di sensibilizzare, attraverso uno studio concreto, lontano dai meri esperimenti accademici, quante più personalità possibili ad instaurare legami e accordi volti a supportare il lavoro di IRENA e ad intervenire in favore dell’ambiente.
Seguendo il consiglio di IRENA, infatti, si potrebbero spuntare dalla lista 12 dei 17 Sustainable Developement Goals posti dall’ONU per promuovere lo sviluppo sostenibile, la coerenza e l’integrazione delle politiche degli stati membri e l’intervento degli stessi attraverso azioni sociali, economiche e ambientali.
Il REthinkin Energy ha mostrato vantaggi economici associati a quelli climatici in caso di uso di fonti energetiche rinnovabili. Impegnandosi per contribuire alla riduzione del surriscaldamento globale e cercando di raggiungere l’obiettivo individuato dagli studiosi, le aziende del settore potrebbero incrementare notevolmente il numero dei posti di lavoro. Attualmente l’industria delle energie rinnovabili permette a 7,7 milioni di persone di procurarsi da vivere. Raggiungendo quel famoso 36%, invece, entro il 2030 il numero degli assunti potrebbe salire a 24 milioni a livello mondiale.
È opportuno, tuttavia, procedere con calma e tener presente che, come viene evidenziato nello studio stesso, per raggiungere il range indicato entro il 2030 occorrerebbe moltiplicare per 6 volte rispetto ai numeri attuali gli impianti di produzione di energia a partire da fonti rinnovabili. In termini di costi questo equivale a chiedere un investimento annuo globale pari al doppio o al triplo di quello odierno. Si raggiungerebbero cifre superiori ai 500 miliardi di dollari fino al 2020 e ai 900 miliardi di dollari fino al “tanto atteso” 2030.
In relazione al fatto che l’investimento economico si presenta particolarmente oneroso per i finanziatori, il report propone una strategia d’azione da attuarsi attraverso una serie di step. Prima di tutto occorrerà rafforzare i legami e gli impegni politici presi dagli stati aderenti all’iniziativa, successivamente occorrerà attivare gli investimenti. A questo punto entreranno in gioco le istituzioni, che avranno il compito favorire il ricorso alle fonti rinnovabili da parte dei singoli paesi. Una volta consolidato il sistema statale toccherà alle regioni intervenire, rafforzando il loro impegno nel tentativo di rendere sostenibile il territorio di competenza.
Adnan Amin, direttore generale di IRENA è più che fiducioso rispetto all’iniziativa e ha affermato: “Il grande business delle rinnovabili ha reso la transizione energetica inevitabile”. La domanda che bisogna porsi, a questo punto, è quanto tempo passerà prima che il nostro pianeta si proietti veramente verso un futuro sostenibile e “rinnovabile”. Per il momento tra le speranze di IRENA c’è la COP 21 di Parigi sul Clima, durante la quale, secondo Amin, i paesi coinvolti dovranno dare un segnale concreto di interesse verso un progetto a favore dell’ambiente e delle fonti energetiche che lo rispettano e, in qualche modo, cercano di salvarlo, contrariamente a quanto fa la mano distruttiva dell’uomo.
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L’opera più famosa dell’architetto catalano, Antoni Gaudí, potrebbe essere completata nel 2026, dopo 144 anni dalla posa della prima pietra. Il cantiere della Sagrada Familia aprì nel 1882 con il progetto dell’architetto Francisco de Paula del Villar; solo nel 1883 fu affidato a Gaudí con il compito di proseguirne l’opera, che però ne modificò radicalmente il progetto con il suo inconfondibile stile. Artista ossessionato dalla perfezione e architetto delle “forme impossibili”, visse nella cattedrale come eremita dedicandole i suoi ultimi 14 anni di vita. Con la sua morte, avvenuta accidentalmente nel 1926, ha lasciato un’ingombrante eredità a scultori, artisti ed architetti. A quel tempo, infatti, erano state innalzate soltanto una facciata e una torre, ma già si preannunciava come il più grande capolavoro della cristianità.
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Nel 2026, in occasione del centenario della morte di Gaudì, il responsabile dei lavori di costruzione, l’architetto Jordi Faudi dichiara che la maggior parte dei lavori della Sagrata Familia saranno conclusi; rimarranno pochi elementi decorativi e finiture. Quindi, la chiesa dovrebbe essere interamente ultimata entro il 2030 o il 2032.
Dopo aver costruito le sei immense torri, ed in particolare la Torre di Gesù Cristo sormontata da una croce per un’altezza di 173,5 m, diventerà edificio di culto più alto d’Europa. Supererà di 10 m la cattedrale di Ulm, in Germania. Se però si considera l’altezza interna, il primato dell’edificio più alto rimarrà ancora alla cattedrale di San Pietro a Roma.
La Sagrada Familia avrà 18 guglie dedicate a diverse figure religiose di varie altezze a seconda della gerarchia, quattro per gli evangelisti, una per ogni apostolo e due, che supereranno le altre, in onore della Vergine Maria e Gesù.
La lentezza dei tempi di cantiere e l’incertezza delle date di completamento sono causate non solo dalle difficoltà costruttive e dalla vastità dell’opera, ma anche da motivi economici. La costruzione è finanziata esclusivamente da donazioni private e dal ricavato dei biglietti dei visitatori, che in media si aggira sui 13 e 20 milioni di euro per anno.
Il video di un minuto e mezzo, pubblicato dai costruttori della basilica, ci proietta nel futuro mostrandoci la configurazione finale a lavori ultimati. La costruzione, consacrata basilica da papa Benedetto XVI il 7 novembre 2010, continua a dividere cittadini, esperti ed ammiratori a causa dell’enorme budget speso, del progetto troppo articolato, e ovviamente dell’impossibilità di intercettare la visione originale dell’architetto catalano.
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Dio non aveva fretta di vederla finita, aveva ironizzato Gaudì… ed in effetti tempi di realizzazione sono davvero considerevoli. Comunque ora la basilica si avvia alla sua fase finale, grazie alla caparbia dei sostenitori, alle donazioni ma soprattutto alle nuove tecniche costruttive e alle stampanti 3d, che sembrano aver accelerato la costruzione. “Lavorare sui disegni di Gaudì in 2d non ha senso dal punto di vista architettonico” dichiara Jordi; lo stesso Peter Sealy, ricercatore di Harvard conferma “la Sagrada Familia è così complessa che è quasi impossibile disegnare dei progetti. Gaudí, infatti, ha lasciato praticamente solo un sistema geometrico di superfici rigate e un metodo di lavoro per tradurre queste geometrie in modelli di gesso. Molti dei modelli di Gaudì furono distrutti dagli anarchici durante la guerra civile spagnola, ma i frammenti superstiti possono ora essere digitalizzati con gli scanner 3d.“
E infine: “le intenzioni progettuali di Gaudí possono essere decodificate da questi modelli digitali, che possono poi essere utilizzati per lo sviluppo del design e la fabbricazione, con pietra da taglio e cemento versato in stampi realizzati in scala 1:1 “.
Con il D.L 4 luglio 2014, n. 102 “Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica” entro il 31 dicembre del 2016 i condomìni, e gli edifici polifunzionali, dotati di un impianto di condizionamento dell’aria centralizzato, o rifornito da una rete di teleriscaldamento, dovranno installare sistemi di contabilizzazione, di termoregolazione individuali per misurare l’effettivo consumo -di ciascuna unità immobiliare- e adottare il criterio della ripartizione dei costi in base alla norma UNI 10200/2015. In questo articolo, l’ultimo di una serie di quattro, vediamo brevemente quali sono le relative ricadute economiche e sociali.
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Secondo un’indagine di Altroconsumo, benché i costi degli interventi varino in funzione dello stato degli impianti presenti, indicativamente si approssimano ai seguenti ordini di grandezza in base al numero di unità immobiliari:
I suddetti costi sono comprensivi di: lavaggio dell’impianto di riscaldamento prima dell’installazione delle valvole, installazione di una pompa elettronica per la modulazione della potenza di circolo dell’acqua, installazione di un defangatore e di un addolcitore dell’acqua.
Fino a tutto il 2016 (L. di Stabilità 190/2014) ai condomìni spetta la detrazione per gli interventi di edilizia, eseguiti cioè sulle parti comuni, i cui lavori vengono pagati dal singolo condomino attraverso appositi bonifici con ritenuta dell’8% (prevista per i pagamenti dei lavori di ristrutturazione edilizia fiscalmente agevolati).
Per beneficiare del c.d. bonus ristrutturazioni, occorre richiedere all’Agenzia delle Entrate l’attribuzione del codice fiscale cumulativo, ottenuto sulla base delle istruzioni e i chiarimenti formulati dall’Agenzia con la risoluzione n. 74/E del 27 agosto 2015 che riguardano anche i cd. condomìni minimi (fino a otto condòmini), ma che ai fini della detrazione, sono obbligati a richiedere il codice fiscale mediante il modello AA5/6. Nella comunicazione, unica per tutti i condòmini, devono essere specificati, distintamente per ciascuno di essi: le generalità e il codice fiscale; i dati catastali delle rispettive unità immobiliari; i dati dei bonifici dei pagamenti effettuati per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio; la richiesta di considerare il condominio quale soggetto che ha effettuato gli interventi; le fatture emesse dalle ditte nei confronti dei singoli condòmini, intestate sempre al condominio.
A conti fatti è raccomandabile prevedere non solo l’installazione dei ripartitori su ciascun corpo scaldante, ma anche la sostituzione della caldaia con una a condensazione per sfruttare la detrazione fiscale del 65% entro la fine del 2015.
In questo contesto è da valutare anche il costo per la redazione dell’APE (attestato di prestazione energetica) da parte di un un tecnico abilitato non coinvolto però nel processo di riqualificazione energetica del sistema edificio-impianto. L’APE si rende necessaria solo nei seguenti casi: quando gli interventi di riqualificazione delle prestazioni dell’impianto (o dell’involucro edilizio) determini il miglioramento di prestazione energetica di almeno una classe e quindi comporti la decadenza dell’APE, eventualmente esistente.
Dal 2016 il vantaggio fiscale sarà ridotto al 36%, salvo proroghe dell’ultima ora. Sostituendo il generatore con uno più efficiente e inserendo un sistema di contabilizzazione di termoregolazione dell’impianto, il risparmio energetico condominiale dovrebbe attestarsi tra il 30 e il 40% che risulta doppiamente conveniente rispetto alla contabilizzazione abbinata alla termoregolazione.
Appare dunque evidente che i maggiori interessati agli interventi di efficientamento sono i condomini degli immobili con impianto di riscaldamento centralizzato ed in particolare quelli con centrali termiche obsolete o fuori norma.
Concludiamo suggerendo la seguente riflessione in merito all’efficacia dei provvedimenti di riqualificazione energetica: quanti pensionati con 500 €/mese o lavoratori precari (la maggioranza della popolazione italiana) possono accedere ai bonus fiscali? Molti investimenti di risparmio energetico, per essere significativi devono alzare almeno di una classe prestazionale, e siccome presuppongono spese importanti (talvolta ostacolando anche l’uso dell’immobile per i lavori) non sono ammortizzabili entro la vita utile del proprietario (orizzonte inferiore ai 10 anni come previsto nell’APE, affinché essa abbia validità legale) o addirittura inaccessibili per un lavoratore precario e, in fine, improponibili alla metà dei giovani in quanto disoccupati (percentuale ai massimi storici rispetto agli occupati). All’autore pare che la legge, ancora una volta venga recepita in modo iniquo, beneficiando solo le fasce più abbienti della popolazione (agevolate pur non avendone bisogno).
Pertanto, con gli obblighi imposti da questo nuovo D.L. verranno penalizzati in termini di comfort ancora una volta gli inquilini degli immobili più freddi e meno coibentati, mentre indiscriminatamente tutti ce ne rimetteremo in termini d’inquinamento ambientale, disattendendo paradossalmente lo scopo principale della direttiva UE sul risparmio energetico: ridurre le emissioni di CO equivalente.
Con il DLgs 4 luglio 2014, n. 102 “Attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica” entro il 31 dicembre del 2016 i condomìni, e gli edifici polifunzionali, dotati di un impianto di condizionamento dell’aria centralizzato, o rifornito da una rete di teleriscaldamento, dovranno installare sistemi di contabilizzazione, di termoregolazione individuali per misurare l’effettivo consumo -di ciascuna unità immobiliare- e adottare il criterio della ripartizione dei costi in base alla norma UNI 10200/2015. In questo articolo, il terzo di una serie di quattro, vediamo brevemente quali sono gli aspetti tecnici della contabilizzazione del calore nei condomini.
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Innanzi tutto, va segnalato che il ricorso a contatori orari e timer, molto diffuso nei vecchi impianti condominiali, non è più a norma, in quanto non conta l’effettivo calore consumato dalla singola utenza, bensì le ore di funzionamento delle pompe di circolazione, che non necessariamente sono un indicatore affidabile del consumo.
Il primo passo per la messa a norma dell’impianto è capire se sia possibile adottare un sistema di contabilizzazione diretta, o si debba ricorrere alla contabilizzazione indiretta. A tale scopo è necessario semplicemente verificare se il nostro edificio è dotato di rete di distribuzione del calore verticale a colonne montanti (edifici dai 30 anni in su) o orizzontale (edifici recenti). Nel primo caso l’unica opzione possibile è la contabilizzazione indiretta, mentre nel secondo caso è compatibile quella diretta. Il recupero dei dati registrati può essere di tre tipi, in funzione dell’entità e della raggiungibilità del condominio da gestire:
I contatori possono essere di due tipi: ultrasonici (classe 2 EN1434, con massimo errore di misura ammesso: 2%) e meccanici (classe 3, massimo errore di misura ammesso: 3%).
1) Rilievo e certificazione dei corpi scaldanti installati per la determinazione di:
2) Determinazione di:
3) Calcolo dei parametri richiesti dalla UNI 10200 ai fini della ripartizione della spesa totale dei consumi energetici, secondo quanto definito dalle UNI/TS 11300.
4) Mappatura dell’impianto (codici apparecchi, nome utente, dati di programmazione etc.) da aggiornare nel caso in cui ci fossero stati interventi previ.
5) Stesura delle istruzioni per l’utilizzo dell’impianto e dei dispositivi atti alla contabilizzazione.
1) Rilievo e certificazione dei corpi scaldanti installati per la determinazione di:
2) Dimensionamento delle portate in modo da ottenere, in esercizio, valori di salto termico elevati.
3) Determinazione di:
4) Calcolo dei parametri richiesti dalla UNI 10200 ai fini della ripartizione della spesa totale, secondo quanto definito dalle UNI/TS 11300.
5) Scelta del contatore di calore corretto in funzione dei valori di portate previsti.
6) Mappatura dell’impianto (codici apparecchi, nome utente, dati di programmazione etc.) da aggiornare.
7) Stesura delle istruzioni per l’utilizzo dell’impianto e dei dispositivi atti alla contabilizzazione.
Un ripartitore dei costi di riscaldamento è uno strumento elettronico in grado di misurare il consumo di calore del corpo scaldante sul quale è installato ed è indicato per impianti centralizzati a colonne montanti (UNI EN 834). Può essere installato solamente su corpi scaldanti con superficie accessibile nei quali è noto il rapporto tra temperatura e potenza termica, quali ad esempio i radiatori ad elementi (non pannelli a pavimento/soffitto o termoventilconvettori). I ripartitori sono di tre tipi in base alla temperatura media di esercizio da misurare sulla superficie del radiatore e alla presenza di un copriradiatore: a un sensore (>55°C), a doppio sensore >35°C) e a sensore remoto la cui unità elettronica viene installata all’esterno del copritermo.
La norma dice che in uno stesso impianto i ripartitori devono essere dello stesso modello ovvero utilizzare lo stesso principio di misura (stesso tipo di sensore e marca). Prima di installarli è opportuno verificare se l’impianto è adibibile completamente alla ripartizione; quale tipo di sensore utilizzare. La direttiva MID 2004/22/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 31 marzo sulla precisione degli strumenti di misura obbliga il costruttore ad omologare il contatore con il nuovo marchio CE-M e secondo la EN 1434 i contatori devono essere almeno di classe 3 (errore di misura < 3%).
Dal momento che la distribuzione delle temperature non è uniforme è opportuno installare correttamente il ripartitore. Il valore ottenuto attraverso un qualsiasi ripartitore non è mai un valore assoluto, bensì un indice (%) di consumo (HCA, heat cost allocation, ovvero l’assegnazione del costo del calore) e pertanto il consumo del singolo radiatore può essere calcolato solamente rapportando il valore di HCA -letto sul ripartitore- con la somma di tutti i valori di HCA dei radiatori dell’impianto. In ultima analisi è possibile valutare il consumo riferendolo alla misura reale (diretta) di energia termica, o di combustibile. Infine, i ripartitori devono essere parametrizzati (ossia programmati ) inserendo la potenza termica (Watt) e il fattore K di contatto termico (in funzione della forma e materiale del radiatore). Entrambi i dati sono dichiarati dal fabbricante o, in mancanza delle schede tecniche, si possono calcolare in base alla UNI 10200/2015.
Tutte le spese relative all’impianto di riscaldamento vengono accorpate in un’unica voce (ST) e la suddivisione viene fatta in base a una quota fissa (Qf), pari a una percentuale della ST (tra il 30% e il 50%). Questa viene poi ripartita tra i condòmini in base ai millesimi di proprietà e a una quota a consumo (Qc), pari alla rimanente parte della spesa (Qc = ST – Qf); successivamente viene ripartita in parti proporzionali al consumo individuale misurato. In altri termini, dette U1, U2, …Un le unità di calore conteggiate per ciascun utente, le singole quote variabili saranno:
Qc1= Qc * U1/(U1+U2+…Un)
Qc2= Qc * U2/(U1+U2+…Un)
Qc3= Qc * U3/(U1+U2+…Un)
Qcn= Qc * Un/(U1+U2+…Un)
Benché l’obbligo di adeguamento al D.L. 102/2014 non sia previsto per edifici con meno di 8 condòmini e quand’anche non fossero nemmeno tenuti ad essere gestiti da un amministratore, è raccomandabile valutare la convenienza d’installare un sistema di contabilizzazione e termoregolazione del calore per evitare di essere truffati da vicini affatto onesti.
Sottolineiamo che, nei vecchi impianti dotati di contatore, dove la ripartizione della spesa avviene in base alle ore di funzionamento delle pompe di circolazione e non all’effettiva quantità di calore consumato, la possibilità di manomettere la regolazione delle valvole di mandata dell’ACS, di alimentazione dei corpi scaldanti, facilita gli imbrogli da parte di impiantisti compiacenti.
In pratica, se un idraulico poco equo, quindi affatto professionale, apre completamente la valvola della pompa di circolazione corrispondente all’inquilino suo committente, mentre abusivamente regola a metà l’apertura di quella corrispondente agli altri appartamenti, succede che le pompe di questi ultimi devono funzionare più ore per convogliare la quantità di calore necessaria a soddisfare il bisogno termico. Orbene, poiché la ripartizione della spesa di combustibile è proporzionale alle ore di accensione, in altri termini, succede che negli appartamenti regolati con una portata ridotta anche se le valvole dei radiatori delle stanze inutilizzate vengono impostate come spente (mediante un cronotermostato programmabile) il consumo di riscaldamento non è equo in quanto viene computato a favore dell’inquilino che mantiene acceso per meno tempo l’impianto. Nei vecchi impianti centralizzati, l’iniqua ripartizione non necessariamente deve essere frutto di un’azione truffaldina: in genere l’unità immobiliare collocata più vicino alla caldaia, avendo minore caduta di pressione e anche minore superficie disperdente (tubazioni relativamente corte) richiederà meno ore di funzionamento delle pompe di circolazione, a parità di calore consumato.
Ricadute economiche e sociali della contabilizzazione e termoregolazione del calore negli edifici
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Il documentario per celebrare il 50° anniversario di B&B Italia
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Fian e Chess, le proposte Society Limonta per le feste
27/11/2015 – Il Natale di Society Limonta è avvolto da un’atmosfera calda, classica ed elegante. I chiaroscuri floreali, lavorati a jacquard sulla tovaglia in lino e abaca Fian, ricordano certe tavole fiamminghe e il culto del convivio, interpretato da una vera e propria mise en scène in cui tessuti morbidi e preziosi, sotto la luce soffusa delle candele, invitano ad abbandonarsi alla dolce e intima atmosfera natalizia.
Perfetta come regalo o per una mise en place più informale, la tovaglietta in morbido canvas di lino Chess interpreta il Natale in modo meno tradizionale, ma sempre chic. Ideale pensarla per un pranzo di Natale tra amici o per… Leggi l’articolo
Nuova tavolozza di colori per i best seller in tubolare d’acciaio27/11/2015 – Attuali come non mai, i classici in tubolare d’acciaio di epoca Bauhaus si prestano ad accompagnarci in tutte le stagioni dell’anno. Per la nuova collezione …