Retrofit energetico della fibra di vetro: il pannello per facciata che riscalda

I consumi energetici di un edificio rappresentano un tasto dolente per molti architetti che, nell’ultimo periodo, si stanno impegnando sempre di più sullo sviluppo del tema, studiando sistemi in grado di contenere il dispendio energetico e di far del bene non soltanto a chi utilizza l’edificio, ma anche al pianeta.

È questa la filosofia che ha guidato un team di ricercatori spagnoli a proporre un prototipo di facciata prefabbricata in fibra di vetro in grado di sfruttare al massimo l’energia solare, assorbendola e rilasciandola all’interno per il riscaldamento degli ambienti, e di isolare perfettamente l’edificio dal punto di vista termico.

PANNELLI IN IDROCERAMICA AUTORAFFRESCANTI

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L’idea ha preso il via da un report diffuso dalla ONG The Climate Group, secondo la quale gli sprechi energetici degli edifici sono destinati a raggiungere il 45% entro il 2025 (il periodo di riferimento parte dal 2002). 

Questo dato potrebbe non diventare realtà proprio grazie all’applicazione della facciata Made in Spain che, pur non essendo accessibile a tutti i portafogli, offrirebbe, sul lungo periodo, l’opportunità di portare ad una notevole riduzione dei dispendi energetici e, di conseguenza, economici.

Il prototipo è stato realizzato dalla Divisione Costruzioni Sostenibili del Centro di ricerca Tecnalia di San Sebastian. Il pannello prefabbricato è stato ottenuto da una miscela di fibra di vetro e leganti organici e si è deciso di applicare il “modello pilota” su un edificio di Merida.

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Verifiche e caratteristiche del pannello per facciata 

I test a cui la parete in fibra di vetro è stata sottoposta per la verifica delle sue prestazioni si sono orientati in tre direzioni principali: resistenza al fuoco, resistenza ad acqua e vento, isolamento termico e isolamento acustico.

L’esperimento eseguito per valutare il livello di resistenza al fuoco del pannello è stato quello che, più di ogni altro, ha preoccupato i ricercatori, come ha rivelato l’archietto Julen Larraz Astudillo. Il motivo? Proprio il punto di forza del pannello: i materiali che lo compongono, la fibra di vetro e i leganti organici. In realtà il test ha dato risultati più che soddisfacenti, permettendo ai ricercatori di spuntare questo esperimento sulla checklist, annotando valori perfettamente in linea con gli standard dettati dall’Unione Europea.

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La resistenza all’acqua è stata verificata attraverso il controllo della tenuta delle unità tecnologiche. I risultati hanno portato alla conclusione che la parete funziona se l’acqua piovana non entra in contatto con il lato interno, posizionato proprio dietro le unità tecnologiche. Nel caso in cui si verificasse questa condizione, infatti, il sistema potrebbe essere facilmente affetto da deterioramento. La resistenza rispetto alla forza del vento, di contro, sembrerebbe essere molto alta: la facciata è in grado di sopportare una pressione di circa 305 kg/mq senza presentare alcun segno di cedimento. Sicuramente rappresenta un ottimo riparo in caso di forte vento.

Ma arriviamo all’aspetto più interessante in termini energetici: l’isolamento termico. Il fatto che il pannello sia collegato al prospetto originale dell’edificio attraverso dei fori aveva fatto pensare, in un primo momento, alla presenza di “spifferi”, piccoli spazi in grado di far passare l’aria all’interno. Va da sé che, se gli esperimenti avessero lasciato emergere un tale risultato, il nuovo pannello sarebbe stato considerato totalmente fallimentare, dal momento che l’idea è nata proprio con l’intento di contenere il dispendio energetico. E se il calore accumulato attraverso l’irraggiamento solare viene “contrastato” dall’aria che entra dall’esterno dell’edificio è evidente che non si è cavato un ragno dal buco. In verità i test non solo non hanno rilevato difetti dal punto di vista dell’isolamento termico, ma neppure sotto il profilo acustico. I fori, in altre parole, non lasciano passare né aria né suoni.

Dopo lo studio accurato e le verifiche meticolose effettuate i ricercatori spagnoli si augurano che, pur non essendo economicamente appetibile e industrialmente riproducibile in modo agevole, il sistema brevettato possa rappresentare un primo passo verso il futuro, una novità nel campo del risparmio energetico in architettura. 

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Scuole, Cassa Depositi e Prestiti pronta per erogare 905 milioni alle Regioni

26/11/2015 – Sono ufficialmente disponibili i 905 milioni di euro con cui le Regioni finanzieranno gli interventi di edilizia scolastica previsti dal Decreto Mutui.
 
La Banca Europea degli investimenti (BEI) ha erogato l’ultima tranche di risorse con cui Cassa Depositi e Prestiti (CdP) potrà finanziare le richieste di mutuo delle Regioni.
 
In base al decreto “L’istruzione riparte” (DL 104/2013), le Regioni possono sottoscrivere mutui trentennali agevolati, con oneri di ammortamento a carico dello Stato, per  interventi straordinari su scuole pubbliche, palestre scolastiche, residenze per studenti universitari e immobili dell’Alta formazione artistica o la costruzione di nuove scuole.
 
Come spiegato sul portale della Cassa Depositi e Prestiti, i finanziamenti saranno attivati dalla CdP che, sulla base della provvista messa a disposizione dalla BEI, potrà erogare i fondi alle Regioni. Prima del trasferimento..
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La sottile linea rossa…gialla, verde, blu…

Come personalizzare ambienti total white con un tocco di colore

26/11/2015 – Semplicità, leggerezza, minimalismo. Per rendere un ambiente versatile, la nuance ideale è sicuramente una: il bianco. 
 
Abbinato a pavimenti in legno dalle calde tonalità, rende l’ambiente accogliente, con un tocco nordico. Declinato in superfici cementizie, crea ambienti puri ed essenziali, d’ispirazione giapponese. Neutro, versatile e luminoso, valorizza texture in pietra o marmo.
Il Total White è la scelta giusta per avere spazi luminosi e aumentare la percezione di ampiezza dello spazio. 
 
Per personalizzare gli ambienti con piccoli dettagli, ecco alcuni oggetti in grado di spezzare la monocromia total white… Leggi l’articolo

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Nuova veste per uno storico edificio fiammingo

HI-MACS® per lo store Bershka ad Anversa

26/11/2015 – La facciata, al pari delle vetrine, costituisce il biglietto da visita di un’attività, specialmente per quei brand dedicati a un target attento e con una grande percezione degli stili e delle tendenze.

La casa spagnola Bershka, per lo store nella strada De Meir di Anversa,  ha puntato molto sull’aspetto estetico del suo negozio, optando per un look moderno e un’atmosfera sofisticata e luminosa. Gli architetti dello Studio Boud Rombouts e gli esperti di facciate Apers & Partners hanno optato così per HI-MACS®, la Pietra Acrilica di Nuova Generazione, per la facciata dell’edificio.

La superficie non porosa di HI-MACS®… Leggi l’articolo

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‘Il Mercante di Nuvole. Studio 65: cinquant’anni di futuro’

Gufram alla GAM di Torino fino al 28 febbraio 2016

26/11/2015 – Gufram annuncia la sua partecipazione eccezionale all’interno della mostra Il Mercante di Nuvole. Studio 65: cinquant’anni di futuro, a cura di Maria Cristina Didero. L’esposizione, in programma alla GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dal 27 novembre 2015 al 28 febbraio 2016, ripercorre mezzo secolo di attività di Studio65, collettivo di architetti che, riuniti attorno alla figura di Franco Audrito, sono stati protagonisti del Pop Design italiano e hanno dato vita grazie a Gufram a molti dei loro progetti. 
 
Per celebrare il contributo innovativo di Studio65 e i primi 50 anni di attività, Gufram presenta… Leggi l’articolo

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Lastre monolitiche in gres porcellanato con spessore da 20 o 30 mm

Caesar ad Architect@Work Düsseldorf

26/11/2015 – Si svolgerà in Germania l’ultimo appuntamento di Architect@Work 2015, concludendo un percorso intenso di incontri e di proposte per l’architettura contemporanea.
 
Il format vincente di eventi itineranti per il mondo ideati per accogliere e coinvolgere con innovazione a designer e professionisti avrà infatti luogo a Düsseldorf il 2 e 3 dicembre presso il centro fieristico della città.
Qui Caesar sarà ancora una volta tra i principali attori, proponendo lenovità per l’outdoor e l’arredo urbano.
 
Il sistema di lastre monolitiche in gres porcellanato con spessore di 20 mm Æxtra 20, forte del favore… Leggi l’articolo

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Il centro sociale in tessuto e cemento costruito dalle donne cambogiane

Costruire insieme alla gente comune, alla popolazione in difficoltà, a chi si renda disponibile al co-working anche nel campo dell’edilizia si può, almeno secondo gli architetti dell’Orkidstudio e di StructureMode.

La prima è un’organizzazione umanitaria che si occupa di design e di architettura focalizzandosi in modo particolare sui benefici che si possono apportare alla vita dei bambini e delle comunità che vivono in condizioni di povertà e di profondo disagio fisico e sociale. Secondo Orkidstudio, infatti, nuove tecniche costruttive possono costituire la strada da perseguire per colmare il profondo divario che separa la nostra civiltà da quei popoli ancora impegnati a combattere contro la fame.

Structure Mode, invece, è una società di ingegneria che ha fatto della sperimentazione nel campo delle costruzioni la sua ragione di vita. Il campo d’azione di questa associazione varia dal ferro al cemento, dal legno al vetro. I materiali vengono di volta in volta declinati in modo tale da dare vita a prodotti innovativi e decisamente proiettati su un futuro in cui la tecnologia avanza, ma i costi diminuiscono.

ARCHITETTURA PER LE DONNE: UN CENTRO DI ACCOGLIENZA PER LE VITTIME DI VIOLENZA DOMESTICA

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Il centro sociale costruito dalle donne cambogiane

Il palcoscenico su cui le due organizzazioni si sono esibite, coinvolgendo nella “recita” anche la popolazione femminile locale è la Cambogia. Il tema? Costruire un centro sociale urbano nel cuore della città di Sihanoukville. Il materiale? Strano ma vero, il cemento.

L’edificio, infatti, è stato realizzato attraverso dei getti di calcestruzzo contenuti da una particolare cassaforma: uno stampo in tessuto leggero.

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Ad uno scheletro in legno sono stati fissati degli ampi teli in tessuto e, al loro interno, è stato rilasciato il getto di calcestruzzo. Una tecnica semplice nella realizzazione, ma altamente complessa nello studio della struttura che ne sarebbe derivata. Il compito di analizzare la costruzione è spettato agli ingegneri di Structure Mode, che si sono serviti di prove fisiche in laboratorio oltre che di appositi software al computer, come Oasys GSA Suite.

Gli schizzi tridimensionali e la collaborazione con un attivo team di sarte ha permesso di individuare la forma che avrebbe concesso la realizzazione dell’edificio progettato e di quantificare i tempi necessari all’edificazione, corrispondenti ad appena otto settimane.

Il nuovo centro comunitario sorge nel punto in cui si trovava il Bomnong L’Or, una struttura che, nel cuore di Sihanoukville, ha sempre fornito assistenza e sostegno alla popolazione locale, impegnandosi nell’alfabetizzazione dei bambini e nella definizione di spazi multiuso per gli adulti. Il sovraffollamento del centro, tuttavia, lo aveva reso un luogo non propriamente adatto allo svolgimento delle attività lavorative, oltre al fatto che le condizioni di illuminazione e di ventilazione risultavano poco efficienti.

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L’edificio costruito insieme alle donne cambogiane segue la tipologia delle palafitte, sistema costruttivo locale. Al posto del legno, però, la struttura è caratterizzata da cemento e tessuto. Utilizzare il legno, infatti, avrebbe precluso al progetto di rientrare nell’ambito della “sostenibilità”, in quanto il materiale, nella zona, proviene principalmente da disboscamento privo di controllo.

Il centro presenta le aule per l’insegnamento e l’apprendimento al piano superiore e una serie di spazi aperti dove i bambini, principali destinatari del progetto, hanno la possibilità di relazionarsi tra di loro e di dedicarsi ad attività ricreative. Al suo interno trovano spazio anche una sala computer, uffici amministrativi e locali di servizio.

L’orientamento della struttura è stato studiato per permetterle di sfruttare i venti stagionali provenienti dal Golfo della Thailandia. Le ampie coperture, invece, hanno come obiettivo quello di evitare il surriscaldamento degli ambienti a causa dell’intensa luce solare durante l’estate. Questa strategia rende l’edificio completamente passivo e rappresenta, nel panorama dell’architettura sostenibile, un esempio molto importante di costruzione di qualità a prezzi contenuti.

Uno dei meriti maggiori del progetto, la cui realizzazione si è conclusa nel settembre del 2015, è stato quello di mixare in un’unica soluzione tecniche costruttive tradizionali e materiali moderni. Si tratta di una vera e propria finestra aperta sul co-working, sulla collaborazione e sull’intenzione di creare insieme un posto migliore dove trascorrere il proprio tempo

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Arper sceglie un loft newyorkese

Uno spazio luminoso e minimal ricavato in un edificio storico di Soho

25/11/2015 – Arper debutta a New York con un prestigioso showroom allestito in un loft di 350 mq nel quartiere di Soho.
 
Situato in un edificio storico risalente al 1904, questo articolato spazio al secondo piano presenta ampie finestre e una vibrante luminosità. Dalle vetrate si ammirano le imponenti colonne che decorano la facciata storica. L’accostamento crea un contrasto che esalta il design minimalista degli interni. Lo sviluppo dell’architettura e dell’interior design sono stati affidati all’architetto newyorchese Solveig Ferlund. La direzione artistica dell’allestimento è stata affidata allo studio di Barcellona Lievore Altherr Molina,… Leggi l’articolo

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