Eataly e Caesar a Expo Milano 2015

Trace, Anima e One per i 18 ristoranti del padiglione ‘Il ristorante delle biodiversità regionali’

01/09/2015 – L’esperienza, la versatilità e l’innovazione, rendono protagoniste le collezioni in gres porcellanato di Caesar ad Expo 2015, presente in tre diversi padiglioni.
 
Tra questi, la partnership con Eataly rappresenta il binomio perfetto tra due realtà imprenditoriali diverse ma accomunate dall’eccellenza del made in Italy. Caesar, infatti, fornisce le sue linee di piastrelle in gres porcellanato all’interno dei 18 ristoranti a tema “Regionale” che Eataly ha realizzato all’interno del padiglione “Il ristorante delle biodiversità regionali”.

Tre le collezioni di ultima generazione che arredano… Leggi l’articolo

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Legno combusto, ardesia e corten

Reggiani illumina l’Osteria il Grano di Pepe

01/09/2015 – Il progetto dell’Osteria Il Grano di Pepe si e sviluppato con l’obiettivo di dare forma ad un luogo che costituisse lo spazio di equilibrio degli elementi necessari ad una esperienza gastronomica d’eccellenza, una cucina le cui radici siciliane si innestano, con un carattere fortemente sensitivo e naturale, nella più avanzata cultura culinaria emiliana.   Il percorso ideato affronta i momenti chiave della definizione del rapporto tra spazio e cibo dove la complessità viene risolta con semplicità e naturalezza. La struttura distributiva è conseguentemente semplice, ovvia, nel dualismo classico spazio servente/spazio servit la composizione… Leggi l’articolo

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Il bagno: un luogo dove volersi bene

31/08/2015 – Che ruolo ricopre oggi il bagno all’interno della casa? Che sia un luogo essenziale e funzionale, o un lussuoso ‘bagno soggiorno’ – una sorta di spa a casa – il bagno è il luogo dove iniziamo e terminiamo la giornata, dove ci prendiamo cura di noi stessi. Nella casa, intesa come rifugio privato, il bagno diventa il “rifugio nel rifugio”: uno spazio dove recuperare energia e ritemprarsi.

Il concetto di stanza da bagno è il centro della ricerca di antoniolupi, che lo trasforma in “sala da bagno”, in spazio del benessere, con la volontà di ‘dilatare la stanza da bagno’, che diventa così ‘il vero cuore della casa.’ La produzione sartoriale e l’uso di nuovi materiali permette di adattare ogni collezioneantoniolupi alle diverse esigenze con personalizzazioni infinite.

Ville super lusso, case d’autore, dimore storiche, spazi minimal: le collezioni antoniolupi si..
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Ristrutturazioni piccoli condomini: sgravi solo con codice fiscale

31/08/2015 – Anche i piccoli condomini, per usufruire del bonus ristrutturazioni sulle parti comuni, hanno bisogno del codice fiscale.
 
Quindi se i pagamenti fatti dai singoli proprietari, per ristrutturazioni su parti comuni dell’edificio, vengono effettuati tramite bonifici bancari, con ritenuta d’acconto dell’8%, allora le detrazioni per le spese sostenute nel 2014 si possono “recuperare” se il piccolo condominio richiede il codice fiscale, versando una sanzione di 103,29 euro e inviando apposita comunicazione all’Agenzia.
 
Questo quanto stabilito dalla Risoluzione 74/E in cui l’Agenzia delle Entrate risponde ad un’istanza di interpello inviata da tre fratelli.
 
Detrazioni piccoli condomini: il caso
In un edificio con tre appartamenti, ognuno di proprietà esclusiva di tre fratelli, vengono effettuati nel 2014 interventi di recupero su parti comuni, pagati dai proprietari pro-quota con bonifico bancario.
 
Secondo..
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Condizionatori con unità esterna senza Scia, multato anche il nuovo proprietario

31/08/2015 – Paga la multa per un condizionatore esterno installato senza Scia anche il nuovo proprietario, che ha acquistato l’immobile dopo la realizzazione dell’intervento. Si è espresso in questi termini il Tar Lazio con la sentenza 10826/2015.
 
Nel caso esaminato dai giudici, un Comune aveva notificato una multa al proprietario di un immobile per l’installazione di un condizionatore con unità esterna, che era avvenuta senza aver prima presentato la Dia (oggi Scia).
 
Il proprietario aveva però obiettato di non essere responsabile dell’installazione dal momento che, quando aveva acquistato l’immobile, le unità esterne erano già presenti. I giudici hanno però dato torto al ricorrente affermando che la multa è legittima a prescindere dall’individuazione dell’effettivo responsabile dell’abuso.
 
Il Tar ha innanzitutto spiegato che l’installazione di un condizionatore..
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Smart City e Social networks: di cosa si parla in rete?

Sui social networks si parla sempre di più di “smart city“. I social sono capaci di offrire una piazza di discussione molto ampia e sui vari Facebook, Twitter, Pinterest… intervenire è consentito ad un pubblico sempre più vasto. 

SMART CITY IN ITALIA: QUALI SONO LE CITTÀ PIÙ INTELLIGENTI?

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SOCIAL E SMART CITY

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Con uno studio condotto utilizzando gli strumenti di analisi della WelikeCRM, amcservices ha evidenziato 4 domande per capire come viene trattato il tema dagli utenti della rete e come questo sistema possa essere funzionale alla crescita delle smart cities, in relazione soprattutto ai cittadini, utenti primari del servizio.

  1. Cos’è per gli utenti italiani del web e dei social network una città smart?
  2. Cosa li incuriosisce quando si parla di città intelligente?
  3. Chi parla di smart cities in Italia e da quali zone del nostro paese?
  4. A quali argomenti a quali tematiche sono maggiormente interessati?

Quello che di importante emerge da questo studio non è tanto capire che idea hanno i cittadini sulla smart city, che spazia tra i concetti di sostenibilità, digitalizzazione condivisione ed inclusione sociale, ma quali sono i temi più sentiti, capaci di creare interesse e permettere quindi di affrontare l’argomento in maniera strutturata. Capire di cosa parlano le persone quando pensano al tema smart city diventa quindi fondamentale per la pubblica amministrazione e per le altre aziende per sapersi porre in modo corretto sul mercato, creando servizi che sono il risultato delle opinioni dei cittadini in qualità di utenti finali.

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A tale scopo sono state selezionate delle figure chiave capaci di influenzare ed individuare degli ambiti di interesse per creare e sviluppare una sempre più viva partecipazione attiva da parte dei cittadini. Gli influencers o influenzatori sono persone capaci di influenzare i pensieri e le decisioni delle persone grazie a commenti, articoli e opinioni che godono di una considerazione piuttosto alta. Non esiste un profilo specifico, la natura degli influencer può essere di vario tipo ed ognuno di essi è capace di imporsi in modo forte in base alle proprie peculiarità: si passa dalla celebrità, che viene seguita da milioni di persone per la sua fama, all’autorità, che esprime un parere molto forte e considerato autorevole, e ancora all’attivista, in grado di creare veri e propri movimenti. La funzione degli influencer risulta essenziale per promuovere azioni di comunicazione e politica sociale che mira ad arricchire non solo la pubblica amministrazione, ma anche quelle imprese che operano nei settori chiave dello sviluppo e della gestione delle smart cities.

A partire dai sei temi portanti individuati della commissione europea (economy, living, environment, mobility, people, governance) ecco come gli influencer attirano l’interesse dei cittadini:    

  • Ecologia 39%
  • Cultura 38%
  • Educazione 6%
  • Government 5%
  • Anziani 6%
  • Altro 6% 

È chiaro come i temi dell’ecologia e della cultura riescano a coinvolgere e ad interessare un maggior numero di persone rispetto ad altri e questo perché spesso si è parlato di smart city e di sostenibilità solo passando attraverso un’idea di rispetto dell’ambiente. Diventa quindi sempre più necessario sfruttare la figura dell’influencer per mettere in gioco tutte le tematiche importanti per lo sviluppo di un nuovo modello di città intelligente e rendere i cittadini consapevoli degli elementi che compongono un panorama il più completo possibile.

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La facciata dinamica di una delle università più sostenibili d’Europa

L’università di Kolding, in Danimarca, può essere eletta a tutti gli effetti la più green d’Europa grazie alla sua facciata dinamica composta da 1600 moduli mobili in acciaio forato. Tecnologia e principi di bioclimatica rendono l’edificio progettato da Henning Larsen Architects una gioiello dell’architettura.

FACCIATE DINAMICHE: GLI ESEMPI PIÙ BELLI DAL MONDO

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Henning Larsen Architects vince il suo primo premio nel 1961 per la progettazione dell’Università di Stoccolma, da allora si è cimentato di frequente nell’ambito della progettazione e realizzazione di complessi scolastici ed universitari.

Nel 2008 vince il primo premio per il progetto della sede delle facoltà di Comunicazione, Design, Cultura e Lingue della University of Southern Denmark nel Campus di Kolding. L’edificio realizzato nel 2014 è situato a Grønborg nel centro della città di Kolding , e gode di una posizione privilegiata sulle rive del fiume a poca distanza dal porto e dalla stazione. La volontà è di creare una piazza che interconnetta il fiume e le sedi delle varie istituzioni universitarie generando un legame tra la vita universitaria e la vita della città, tra interno ed esterno.

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RICERCA TECNOLOGICA E PROGETTUALE

L’edificio è frutto di un attento periodo di ricerca sia a livello tecnologico che progettuale. È un ottimo connubio tra innovazione e architettura, caratterizzato da un design moderno e una particolare attenzione e riflessioni sulla vita all’interno dell’Università che hanno portato lo studio danese a generare un spazio interno vibrante e dinamico.

I piani sono accessibili da un atrio di forma triangolare che muta ad ogni livello sia in forma che in posizione generando uno spazio suggestivo e vivo, varia pertanto l’ubicazione delle scale piano per piano, conferendo movimento alla hall e agli spazi comuni. Si genera un gioco di sfalsamenti che permette di creare delle connessioni visive tra i pianerottoli di accesso ai diversi piani, oltre a creare un ambiente architettonico dinamico, è volto ad enfatizzare gli aspetti fondamentali dell’ambiente universitario: la comunicazione e la conoscenza, nonché la ricerca e la sperimentazione. L’obiettivo è quello di generare ambienti di interconnessione e scambio, in prossimità dell’atrio, tra studenti, professori e ricercatori, allo stesso tempo vengono garantiti alcuni luoghi più privati per la contemplazione, la riflessione o la lettura nelle zone più periferiche dell’edificio.

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LA FACCIATA DINAMICA DELL’EDIFICIO

In tutto questo un ruolo fondamentale è svolto dalla luce e dall’illuminazione naturale

“La luce del giorno è un parametro importante – afferma lo studio Henning Larsen Architects – per assicurare un ottimo microclima interno e il benessere dei fruitori”.

Grandi vetrate permettono di far entrare molta luce all’interno, ma richiedono anche una schermatura per evitare un eccessivo surriscaldamento degli ambienti. La luce varia nel corso della giornata e dell’anno, è da qui che nasce l’idea di un involucro dinamico, perfettamente integrato nell’edificio, che permette di controllare e gestire luce e calore garantendo un clima ottimale e conferendo un’immagine architettonica significativa unica e variabile.

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Le facciate sono caratterizzate da vetrate continue e da 1600 moduli di forma triangolare in acciaio perforato. Gli schermi solari sono montanti su telai mobili che permettono il movimento al fine di regolare la quantità di luce desiderata all’interno degli ambienti, il sistema è dotato di sensori che misurano di continuo il livello di luce e calore regolando e muovendo meccanicamente i brises soleil attraverso un piccolo motore. Quando i moduli sono chiusi aderiscono perfettamente alla facciata creando una superficie continua, mentre quando sono aperti creano una facciata dinamica, sporgendo con le loro punte e trasformando l’edificio in un vero e proprio monumento.

Anche i fori circolari presenti sui pannelli sono il risultato di ricerche e calcoli di ingegneri e architetti che hanno stabilito il 30% come angolo di apertura ottimale sia per la schermatura che per la visuale dall’interno verso l’esterno. Durante il giorno la luce naturale filtra attraverso i fori creando giochi di luce sempre variabili all’interno, mentre la sera il gioco si inverte, quando il sole è tramontato la luce artificiale dall’interno passa attraverso i fori rendendo più trasparente la facciata proiettando le ombre verso gli spazi esterni antistanti la facoltà, portando all’esterno il mondo interno dell’Università e andando a rafforzare il concetto che è alla base del progetto: creare un’interazione e un dialogo forte tra la vita universitaria e la città.

La forma triangolare dei moduli è dovuta ad una scelta progettuale legata all’inserimento nel contesto urbano, alla forma dell’edificio e al voler creare un vero e proprio monumento per la città piuttosto che una semplice sede universitaria, diventando un simbolo ed interagendo attivamente con l’intorno.

COLORI E SOSTENIBILITÀ

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Per quanto riguarda gli aspetti legati alla sostenibilità e al risparmio energetico, lo studio Henning Larsen Architects non si è limitato solamente ad integrare questi sistemi in facciata, ma ha progettato l’intero edificio secondo principi sostenibili, garantendo un’ottima ventilazione e illuminazione naturale. L’atrio di notte viene raffrescato utilizzando l’aria esterna e di giorno viene illuminato naturalmente dal lucernario posto a sommità, inoltre un impianto di raffrescamento e riscaldamento a soffitto, che utilizza la raccolta delle acque piovane, permette di regolare le temperatura all’interno dell’edificio, mentre celle solari in copertura provvedono alla produzione di energia elettrica ed infine una serie di altre accortezze come l’uso di illuminazione led o di apparecchiature energetiche a basso consumo, fanno del Campus di Kolding una delle sedi universitarie più sostenibili di Europa.

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Un’ulteriore osservazione può essere posta sull’uso del colore. Sia all’interno che all’esterno predominano colori neutri, per le parti strutturali e per la pavimentazione così come per la maggior parte dei moduli in facciata. Tuttavia gli elementi di arredo e di design degli spazi comuni interni sono caratterizzati da colori come l’arancione, il giallo, il rosso, mentre alcuni moduli triangolari della facciata dinamica sono colorati di arancione, rosa o verde, conferendo vivacità alla facciata, la stessa vivacità che contraddistingue un ambiente universitario.

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Nuove superfici Wall&decò per ambienti umidi e facciate

A M&O le nuove soluzioni per bagni, centri benessere e paesaggio urbano

31/08/2015 – Wall&decò presenta a Maison&Objet WET SYSTEM™ e OUT SYSTEM™, due nuovi sistemi di rivestimento dedicati rispettivamente ad ambienti umidi – bagni e centri benessere – e facciate esterne.
 
WET SYSTEM™è la prima guaina impermeabilizzante decorativa per ambienti umidi quali bagni e centri benessere, che unisce all’alto valore decorativo, funzione primaria della carta da parati, proprietà tecniche di resistenza all’acqua e all’umidità, all’ingiallimento, all’abrasione, all’aggressione di prodotti chimici per l’igiene domestica. WET SYSTEM™ è un marchio depositato, frutto… Leggi l’articolo

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Il bagno: un luogo dove volersi bene

Ville di lusso, case d’autore, spazi minimal: il bagno firmato antoniolupi

31/08/2015 – Che ruolo ricopre oggi il bagno all’interno della casa? Che sia un luogo essenziale e funzionale, o un lussuoso ‘bagno soggiorno’ – una sorta di spa a casa – il bagno è il luogo dove iniziamo e terminiamo la giornata, dove ci prendiamo cura di noi stessi. Nella casa, intesa come rifugio privato, il bagno diventa il “rifugio nel rifugio”: uno spazio dove recuperare energia e ritemprarsi.

Il concetto di stanza da bagno è il centro della ricerca di antoniolupi, che lo trasforma in “sala da bagno”, in spazio del benessere, con la volontà di ‘dilatare la stanza da bagno’, che diventa così ‘il vero… Leggi l’articolo

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A Bergamo l’evento ‘I maestri del paesaggio’

Diemmebi per l’allestimento ‘Paesaggio Nomade’ firmato dallo studio Basaglia Rota Nodari

31/08/2015 – In occasione dell’evento che coinvolge la di città Bergamo “I maestri del paesaggio” Il legno dalla Natura alle Cose si presenterà con la mostra “Paesaggio Nomade” curata dallo studio Basaglia Rota Nodari, che ha progettato anche l’allestimento.

Numerose sono le aziende del settore legno che ogni anno ardiscono alla manifestazione, tutte unite nella forte passione per un materiale che oltre che essere vivo, naturale, conserva la CO2 assorbita dall’ambiente e non la restituisce fino quando non lo si brucia o si decompone.

Il progetto dell’allestimento sposa il tema della manifestazione “I maestri del paesaggio”:… Leggi l’articolo

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Nuove superfici decorative per ambienti umidi e facciate

Wall&decò con WET SYSTEM e OUT SYSTEM a M&O

31/08/2015 – In occasione di Maison&Objet, Wall&decò, presenterà WET SYSTEM™ e OUT SYSTEM™, due innovativi sistemi di rivestimento dedicati ad ambienti umidi e facciate.
 
WET SYSTEM™è la prima guaina impermeabilizzante decorativa per ambienti umidi quali bagni e centri benessere, che unisce all’alto valore decorativo, funzione primaria della carta da parati, proprietà tecniche di resistenza all’acqua e all’umidità, all’ingiallimento, all’abrasione, all’aggressione di prodotti chimici per l’igiene domestica. WET SYSTEM™ è un marchio depositato, frutto dei continui… Leggi l’articolo

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Legno e tessuto in versione ipercolorata

Web, la collezione Zalf dedicata ai più piccoli

31/08/2015 – La nuova collezione Web di Zalf – brand del Gruppo Euromobil specializzato in camere per bimbi e ragazzi, soluzioni living e per l’ufficio – è composta da letto e scrittoio.

 
Il letto Web è tessile con giroletto rivestito in tessuto sfoderabile, con sommier e testiera imbottita. 
È disponibile sia in versione letto singolo che da una piazza e mezza (220 centimetri di lunghezza, 126 di larghezza e 90 di altezza per la testiera.
Il letto Web poggia su gambe in legno dalla forma particolare e distintiva che sono disponibili nei colori bianco, canapa e olmo sand.
 
Lo scrittoio Web è dotato di gambe in legno con la… Leggi l’articolo

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La decrescita felice che impaurisce i governi

Cresce la  decrescita, racconta Serge Latouche, l’economista e filosofo francese che negli ultimi 10 anni ha fatto sì che il termine “decrescita” diventasse uno slogan fortemente critico e analitico nei confronti di alcuni fenomeni contemporanei. Eppure c’è ancora chi, come i nostri governanti, ne teme gli esiti. 

LA DECRESCITA FELICE NON È UNA BUFALA

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“La globalizzazione è mercificazione. Il libero scambio è come la libera volpe nel libero pollaio“, ha dichiarato Latouche.

Nel corso del festival della sostenibilità “Borgofuturo”, tenutosi a fine Luglio presso Ripe San Ginesio (MC), Latouche ha sviscerato le sue teorie circa i grandi temi attuali: dalla crisi economica a quella ambientale, dall’accordo di libero scambio fra Unione Europea e Stati Uniti e tanto altro. Perfino il significato dell’EXPO 2015 è stato approfondito: l’evento – secondo Latouche ma anche sentiti sociologi ed economisti del settore del cibo e di quelli affini – è una vetrina per le multinazionali che poco lascia alla visibilità e al progresso dei piccoli produttori.

Secondo Latouche è necessario che la tecnologia resti “uno strumento svincolato dalle logiche di mercato. Finché a finanziare la tecnologia saranno le grandi imprese multinazionali essa non potrà che rispondere ad esigenze diverse da quelle del progresso sostenibile di una società. L’evoluzione tecnologica può aiutare ad affrontare dei problemi, ma i grandi problemi di oggi sono di natura sociale, che nessuna tecnologia può risolvere”.

Non è ben visto dalla classe dirigente, ma a sorpresa, pare che Latouche abbia avuto dei riscontri positivi dal Pontefice circa le teorie sulla decrescita e questo è un segno di come le coscienze si stiano svegliando sul tema. In particolare è accaduto con l’enciclica di Papa Francesco ” Laudato Si”, nella quale ha incoraggiato a un cambio di modello, proponendo come soluzione proprio il movimento della decrescita.

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Un sistema economico per coltivare la felicità

Saper soddisfare i propri bisogni imparando a coltivare la felicità con quello che abbiamo a disposizione non è semplice vista la nostra mentalità prettamente concorrenziale. Come fare?

“Dobbiamo ricordare come siamo stati economicizzati […]”. Come discendenti degli antichi greci, noi abbiamo ereditato il sistema economico modificatosi durante il periodo dei grandi filosofi ed evolutosi nel periodo medioevale, divenendo poi la base di quello capitalista moderno. Sembrerebbe che lo stesso Aristotele avesse capito che continuando a usare quel sistema capitalista (se pure ancora arcaico) si sarebbe distrutta la società. Non è del tutto impossibile impostare un nuovo sistema economico, ma occorrerà molto tempo.

La crisi dell’Architettura e dell’Urbanistica

Nell’ambito dell’urbanistica, la situazione sta sfuggendo di mano ad Architetti, Urbanisti, Paesaggisti e professionisti del settore, questo perché loro stessi – secondo Latouche – hanno cercato e cercano tutt’oggi di porre rimedio al degrado in cui versano i centri urbani e l’ambiente, con tentativi che si sono rivelati vani, essendone spesso essi stessi spesso la causa. È mancato è stata un’analisi globale sul fallimento dell’Architettura e la lucida consapevolezza di doversi mettere anche contro la politica per sconfiggere alcuni stereotipi che impediscono all’Architettura di essere fatta in maniera positiva.

Cos’è la città in decrescita

“La città decrescente dovrebbe essere una città con una impronta ecologica ridotta, trattenendo un rapporto forte con l’ecosistema [una bio-regione]. Piuttosto di sognare la costruzione di città nuove, bisognerà imparare ad abitare le città in modo diverso”.

realizzare questa città non è semplice, perchè occorre educare i cittadini e non imporre logiche pre-confezionate. Bisogna partire da zero per costruire una società autonoma di decrescita. Esistono dei presupposti e dei programmi fra cui quello noto come programma delle otto «R»: rivalutare, ridifinire, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre, riutilizzare, riciclare. Sono questi otto target tra loro collegati che attivano una decrescita serena, conviviale e sostenibile. Chiamarlo “programma” è già fin troppo avanzato: con le otto R siamo al livello di ideazione, ma è essenziale partire da qualcosa di ben studiato.

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La città in decrescita, opposta a quella capitalizzata che i governi ci impongono, non è quindi la metropoli.

“Invece delle megalopoli attuali, bisogna immaginare una città ecologica, fatta di villaggi urbani dove ciclisti e pedoni utilizzano un’energia rinnovabile. Nella città decrescente, gli abitanti ritroveranno cosi il piacere di gironzolare, come sognavano Baudelaire o Walter Benjamin. Riapprendere di abitare il mondo è quindi un imperativo”. Facile a dirsi, ma come risolvere il problema del sovraffollamento? Sicuramente preferendo il recupero dell’esistente alla continua edificazione, essendo il tessuto urbano già saturo di edilizia. Occorre pensare a recuperare i vuoti urbani abbandonati e non credere che le città verticali siano una soluzione al problema perché i grattacieli sono energivori e altamente insostenibili per il nostro pianeta, anche quelli pensati per funzionare con le logiche della Bioarchitettura, sia per i costi e i tempi di costruzione che per la manutenzione e la loro gestione che abbassano notevolmente il loro ecovalore presunto.

Presente e futuro delle città decrescenti

Mentre si attende – non si sa se invano – il cambiamento di rotta dei governi a scala mondiale verso un comportamento più improntato verso i modelli della decrescita felice, numerosi sono gli attori locali che hanno intrapreso la via della decrescita, in maniera consapevole e a volte anche inconsapevolmente ma riconoscendone poi i risultati positivi.  A titolo informativo possiamo menzionare la rete delle città lente (le cosiddette Slow cities), le città in transizione (le Transition towns, il cui modello di crescita è probabilmente quello che maggiormente si avvicina ai presupposti della decrescita ), le Città Post Carbone.

Tutti questi tipi di città cercano soluzioni in previsione dell’esaurimento di energie fossili. In altre parole ricercano la resilienza che altro non è che la capacità di adattamento al cambiamento, utile alla sopravvivenza in qualsiasi condizione.

La città decrescente, primo passo verso una società di parsimoniosa delle proprie risorse, preserverà l’ambiente che è alla la base di tutta la vita. Non secondari saranno gli aspetti di rafforzamento dei rapporti sociali dovuti ad una solidarietà crescente e un livello di occupazione in ricrescita.

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Lavorazione di vimini: un progetto a favore dell’arte dell’intreccio

Il progetto “Wicker Metamorphosis” nasce nel cuore della città cilena di Chimbarongo, nota per la produzione di vimini, fibra vegetale leggera e rinnovabile da cui si producono cesti, stuoie e mobili. Appare come un’installazione artistica negli alti campi di salice, con un layout poetico ed elegante che racchiude fasi e ombre in forme geometriche pure. In realtà è un’efficace workstation ideata dallo studio Normal Architecture Studio/Domingo Arancibia per la lavorazione ed essiccazione dei vimini. L’obiettivo è la partecipazione attiva degli abitanti alla “metamorfosi’”della fibra vegetale e dei suoi processi produttivi a prezzi accettabili. È, quindi, un progetto di resistenza alla pressione di convertire le zone rurali a diverse piantagioni e mestieri più redditizi, a favore della conservazione e trasmissione dell’arte dell’intreccio.

SALICE E SABBIA PER IL PARCO GIOCHI DI VIENNA

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La coltivazione dei vimini e l’arte dell’intreccio

In Cile la coltivazione e la produzione di vimini è molto diffusa e vanta origini antichissime, specie nella città di Chimbarongo che ha avuto il suo picco di produzione nella metà del XX secolo. Oggi la conversione a colture più proficue, la perdita delle tecniche artigianali e l’assenza del commercio equo solidale stanno portando alla progressiva scomparsa della produzione e attività manifatturiere legate alle fibre naturali.

Anche se i prodotti derivanti dalle piante sono tantissimi e di largo consumo, non sono tuttavia noti i processi produttivi e le nobili origini. I vimini derivano dai giovani rami del Salix intrecciati nei periodi di disoccupazione stagionale soprattutto in inverno, periodo in cui piogge e neve rallentavano le attività nei campi. Come con le fibre di bambù, olmo e olivo, dai vimini si possono produrre oggetti utili e creativi di uso quotidiano: panieri, sedie, canestri e contenitori di vario tipo. Tagliato e scortecciato in inverno assume la colorazione bruna, mentre lasciato a macerare per tutta la stagione fredda, scortecciato ed esiccato assumerà il colore chiaro. I rami si lasciano a bagno per 3-4 ore per aumentarne la flessibilità e facilitarne la torsione.

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Il progetto della workstation di vimini

Nel 2013 furono richiesti finanziamenti pubblici per il progetto, ma nonostante il costo basso non fu selezionato. È stato realizzato in seguito autonomamente grazie proprio all’approccio costruttivo, ai materiali facilmente reperibili e alla manodopera locale. L’obiettivo è di trasformare gli abitanti della città cilena in artigiani e produttori di vimini. Le 6 fasi consequenziali sono sviluppate nell’arco di un anno in una workstation di vimini a supporto dei ogni fase lavorativa.

Un sistema efficace perché concentra in un posto tutti gli stadi del processo lavorativo della fibra naturale, in modo da ridurre gli spostamenti e aumentare considerevolmente la produzione. I progettisti definiscono due tipi di processi: naturale poiché si realizza in una proprietà terriera creando un vuoto; artificiale perché in situ si segue l’intero processo manuffaturiero. A tal fine, è richiesta una fossa (con lo sbarramento di vimini organizzati in fascette), un campo per l’essiccamento e una piattaforma libera per i processi di selezionamento e stoccaggio. 

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Le fasi produttive

Guilles Ivain ricorda che “L’architettura è il mezzo più semplice per articolare lo spazio e il tempo”. Lontano da realizzazioni puramente estetiche e modulazioni plastiche, l’architettura è un mezzo per modificare le attuali concezioni del tempo e spazio, è mezzo di conoscenza e azione. Di conseguenza lo stesso complesso architettonico può variare, in parte o del tutto, a seconda della volontà degli abitanti e delle attività che contiene. In “Wicker Metamorphosis” la planimetria cambierà nei diversi mesi dell’anno in accordo ai processi metamorfici della pianta.

La proposta vuole articolare spazio e tempo: la ciclicità della lavorazione e i cambiamenti formali della fibra hanno un impatto diretto sullo spazio progettato. Le fasi si traducono in diverse caratteristiche spaziali e la stessa architettura a supporto delle pratiche lavorative è definita dai vimini.

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Fase 0: Maggio. La raccolta. Durante il mese di maggio vengono raccolte e tagliate le canne per mezzo del falcetto o seghetto. 

Fase 1: Maggio, giugno e luglio. Raccolta + macerazione. Quando si tagliano le piante, i ramoscelli si affastellano e si dispongono in una trincea con acqua per macerare. Si crea un bordo circolare attorno alla piattaforma di terra rossa.

Fase 2: Ottobre. Sbarramento + ricrescita. I germogli cambiano il colore da rosso a verde. Inizia il processo di scortecciamento.

Fase 3: Novembre. Scortecciatura + asciugatura. Le fibre sono scortecciate a mano all’interno dell’area quadrata e poi disposte sulla corte di essiccazione ruotata rispetto alla piattaforma.

Fase 4: Dicembre-Gennaio. Selezione + raccolta. Una volta che le aste sono asciutte, vengono selezionate ed assemblate in fasci, poi stoccate e trasportate fuori l’area grazie ad un percorso rettilineo.

Fase 5: Febbraio-Aprile. Coltivazione. Quando le piante crescono attorno alla piattaforma quadrata si forma un vuoto ben visibile da una vista aerea. Il progetto definisce una postazione lavorativa, un’organizzazione consequenziale e un’architettura economica, sostenibile e soprattutto facilmente replicabile dalla popolazione locale.

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La ceramica che accumula calore e lo rilascia su richiesta

L’Università di Tokyo ha annunciato di aver messo a punto una tecnologia in grado di accumulare energia termica per un lungo periodo e di rilasciarla in modo graduale grazie a una leggera pressione. Si tratta di Heat-storage ceramic, che in italiano si può tradurre come “ceramica ad accumulo di calore” ed è il brevetto di un team guidato dal Professore Ohkoshi della Facoltà di Scienze dell’Università di Tokyo

IL MURO AUTO-RAFFRESCANTE IN CERAMICA, IDROGEL E TESSUTO 

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caption: Schematizzazione grafica della corrente elettrica di 0,4  A  mm -2 che fluisce in seguito alla pressione prodotta sul materiale (www.nature.com)

La particolarità della ceramica ad accumulo di calore

Trattenere energia termica è una caratteristica di molti materiali, ma la particolarità di questa ceramica è che essa può immagazzinarla a lungo e rilasciarla solo su richiesta, come una batteria: basterà una leggera pressione su ciascun blocco per far si che l’energia venga rilasciata (appena 60 Mega Pascal). Oltre all’applicazione diretta di calore, l’energia termica può essere memorizzata facendo passare una corrente elettrica attraverso il materiale o irradiazione con la luce, consentendo l’assorbimento ripetuto e il rilascio di energia termica da una varietà di metodi.

caption: (a) Memorizza calore materiale energetico di 230 kJ/L mediante riscaldamento e rilascia l'energia da una pressione debole (60 MPa).

caption: La ceramica memorizza calore energia da varie fonti come (b) il flusso di corrente elettrica.

caption: (c) Memorizza energia da radiazione luminosa.

GLI IMPIEGHI DELLA CERAMICA AD ACCUMULO DI CALORE

Il materiale composto da atomi di titanio ed ossigeno potrebbe essere utilizzato, secondo gli studiosi, sia nei sistemi di produzione di energia solare sia per un uso efficiente dell’energia nei processi industriali. Le sue capacità termiche sono notevoli: esso può assorbire e rilasciare una quantità di energia pari a  230 kJ/L, pari a circa il 70% del calore latente di fusione dell’acqua.

Lo Stripe-tipo-lambda-trititanium-pentoxide che compone questa ceramica è un semplice ossido di titanio, costituito da numerosi elementi e rispettoso dell’ambiente poiché totalmente naturale. Questo materiale ceramico dovrebbe essere un nuovo candidato per l’impiego in sistemi di generazione di calore solari, in cui i paesi europei stanno investendo tantissimo, e anche per un uso efficiente nel settore della generazione di calore per uso industriale.

Questo materiale può anche essere utilizzato per dispositivi elettronici avanzati, quali fogli sensibili alla pressione, cuscinetti termici riutilizzabili, sensori di conducibilità sensibili alla pressione, resistenze tipo resistance random access memory  (ReRAM), e apparecchi con memoria ottica.

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