Il workshop di autocostruzione di arredi per l’Università di Roma Tor Vergata

Il 23 giugno presso l’Università di Roma Tor Vergata saranno inaugurati i nuovi spazi della Macroarea di Ingegneria riqualificati e arredati da un gruppo di studenti nel corso del workshop “WAKEMAKE”.

RIQUALIFICARE RICICLANDO: IL PROGETTO DI VIVIAMOLAQ

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L’evento da poco conclusosi ha visto un gruppo di studenti del corso di laurea in Ingegneria edile-architettura impegnarsi in un laboratorio di autocostruzione di oggetti di arredo per esterno, interamente realizzati con materiali di riciclo dal cantiere della Città dello Sport di Calatrava, opera incompiuta e ferma ormai da 5 anni. A guidare i 24 ragazzi l’esperienza dello Studio Arcò – architettura&cooperazione di Milano.

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L’iniziativa, lanciata e sviluppata dai giovani Sonia Luisi, Filippo Lorenzi, Federico Giunta e Iacopo Carinci,  ha vinto anche il bando per le attività culturali studentesche, ma oltre all’intento didattico, l’obiettivo principale è stato quello di riqualificare uno spazio inutilizzato della Macroarea di Ingegneria per riconsegnarlo al campus trasformato in un luogo vivibile e di condivisione: “il Salotto”.

Simbolicamente gli studenti doneranno questo nuovo spazio all’Università di Roma Tor Vergata con una cerimonia di inaugurazione presenziata dal Magnifico Rettore Prof. Giuseppe Novelli che si terrà il giorno 23 Giugno 2015 alle ore 11.40 presso la Macroarea di Ingegneria.
Per informazioni è possibile contattare gli organizzatori all’indirizzo email info.wakemake@gmail.com e seguire le prossime attività di WAKEMAKE su Facebook e Instagram.

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Edifici a ‘effetto bomba’, Legambiente: demolirli o delocalizzarli

22/06/2015 –  Un tribunale costruito tra due fiumi, una Casa dello Studente dentro una fiumara, un cinema multisala edificato su una scarpata. Sono alcuni tra i dieci edifici che Legambiente definisce a ‘effetto bomba’ perché realizzati in aree a rischio idrogeologico e, quindi, pericolosi per l’incolumità di chi li abita e li usa. 

Nel dossier “Effetto bomba”  l’associazione illustra i danni che ciascuno dei dieci edifici provocherebbe, in caso di eventi calamitosi, se non si provvede velocemente alla loro demolizione o delocalizzazione.
 
10 strutture in zone al alto rischio
Secondo il dossier redatto dall’associazione sono dieci i luoghi dove è urgente intervenire per scongiurare nuove tragedie ed effetti disastrosi:
– tribunale di Borgo Berga di Vicenza, costruito tra due fiumi;
– casa dello Studente di Reggio Calabria, edificata all’interno di una fiumara (nella foto);
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VENTO: progetto di una pista ciclabile tra Venezia e Torino

VENTO (acronimo di VEN che sta per Venezia, e TO per Torino) è il progetto di una pista ciclabile che dovrebbe connettere Venezia a Torino, attraverso un’infrastruttura leggera, costeggiando il Po e attraversando le città più note ma anche alcuni luoghi dell’entroterra, oggi forse un po’ sottovalutati e dimenticati, in modo da favorire lo sviluppo economico e culturale anche di queste aree.

In copertina: lo schema del percorso ciclabile di VENTO, da Venezia a Torino, con tutte le connessioni intermedie a trasporti pubblici e ad altre piste ciclabili italiane ed europee.

PISTE CICLABILI IN ITALIA: IL TRACCIATO LIGURE

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L’idea è di unire i tratti ciclabili già esistenti e percorribili in biciletta con i segmenti di pista che invece sono interdetti per questioni legali o di sicurezza, creando un percorso unitario di 679 Km totali, a un costo di 80 milioni di euro (che rappresentano lo 0,01% della spesa pubblica annuale, ovvero un costo di 1 o 2 km di autostrada), budget che dovrà essere diviso tra i diversi comuni che la pista attraverserà. Quindi, con una spesa preventivata di circa 118 euro al metro, si potrebbe realizzare la pista ciclabile più lunga d’Italia, e una delle più lunghe d’Europa.

caption: la spesa da coprire per attuare la ciclabile VenTo divisa tra i diversi comuni che vengo attraversati dalla pista.

Dal punto di vista economico VENTO punta a rappresentare un nuovo modello di sviluppo, ispirato a diversi paesi Europei che già l’hanno attuato, e che possa rilanciare l’economia locale dei territori attraversati con un progetto sostenibile e localizzato, volto a creare nuove opportunità di occupazione nel campo del cicloturismo e della cultura, richiedendo un basso investimento iniziale ma con un alto riscontro dal punto di vista socioculturale. Basti pensare che in Germania, con i suoi 40 mila Km di piste ciclabili, si producono 4 milioni di introito all’anno nel campo del cicloturismo.

Il tracciato

caption: il percorso di VenTo da Venezia a Torino.

Secondo i suoi ideatori, VENTO vorrebbe essere il primo di una serie di progetti che potrebbero realizzarsi in futuro, e dovrebbe anche essere in grado di aiutare a diffondere una visione di ciclabilità che ancora non si è sviluppata nella cultura italiana, creando un sistema di mobilità dolce simile ad altre realtà europee le cui piste sono usufruite da milioni di cicloturisti ogni anno.

Ancora oggi non è possibile pedalare in sicurezza ai lati del Po, nel tratto che va da Venezia a Torino, nonostante esista in potenziale una possibilità reale di creare una pista continua lungo il fiume.

Il percorso di VENTO è stato così tracciato in modo da creare una pista unitaria e continua, che sia sicura per tutti, e i cui costi di costruzione rimangano contenuti – quindi includendo per esempio i tratti di pista già esistenti laddove ve ne sia la possibilità. Inoltre si è cercato di collegare la ciclabile in diversi punti ad altri mezzi pubblici, come al treno e ai traghetti, in modo che sia flessibilmente usufruibile, con accesso ed uscita in diversi tratti, cercando di integrare sia le città e le cittadine nel percorso,  ma anche i parchi e le aree protette.

Lo stato attuale della pista

La buona notizia per il progetto VENTO è che, dopo cinque anni di studi, il ministro Graziano Delrio ha affermato lo scorso 3 giugno che c’è la volontà di realizzare il progetto: il ministro ha sostenuto, infatti, che le infrastrutture leggere possono solo giovare a un paese che ha bisogno di riscoprire nuovi modelli di sviluppo capaci di riscattare e far proliferare anche le aree interne.

Per quanto riguarda lo stato attuale del percorso, oggi la pista consta di un 15% di percorso ciclabile sicuro e utilizzato, composto però da segmenti discontinui tra loro, che sono in totale pari a 102 Km. 

Il 42% di VENTO invece è caratterizzato da una ciclabile pronta che però, per legge, non può ancora essere utilizzata per via delle regole riguardanti l’uso degli argini, che appunto ne interdicono l’utilizzo. Per questo servirebbe che le quattro regioni interessate (Friuli, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte) trovassero nuovi accordi con gli enti fluviali.

Per il 22% per cento della pista invece sarebbero necessari piccoli interventi per rendere il percorso più sicuro e ciclabile, mentre per il restante 21% si richiederebbero interventi seri, volti a risolvere problemi per integrare i tratti ciclabili mancanti, i dislivelli e gli attraversamenti del fiume.

caption: il grafico mostra lo stato attuale in percentuale.

I progettisti di VENTO, architetti e urbanisti affiliati al Politecnico di Milano, credono che questo sia un progetto molto importante per aprire “una breccia” nella concezione che si ha oggi d’infrastruttura, poiché si è portati a credere che queste siano solo autostrade, aeroporti o ferrovie veloci, mentre proprio le ciclovie dovrebbero essere considerate una fantastica fonte di sviluppo e allo stesso tempo espressione tangibile di un nuovo modo di intendere il progetto: ovvero il cui intento sia finalizzato a creare spazi usufruibili da tutti, salutari, produttivi, nel rispetto dell’ambiente, delle persone e della cultura locale, evitando che ogni cosa possa essere surclassata dallo strapotere del profitto e dei soldi.

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Un cubo scintillante si affaccia nella City di Londra

La superficie hi-tech DuPont™ Corian® per l’hotel firmato da Mackay + Partners

22/06/2015 – Ubicato nel cuore della City di Londra, al posto di un edificio adibito a uffici, l’imponente Motel One progettato da Mackay + Partners presenta un innovativo utilizzo della superficie hi-tech DuPont™ Corian® applicato a una facciata illuminata. L’edificio infatti, è il primo palazzo a uso commerciale nel Regno Unito ad aver adottato questa straordinaria applicazione della rinomata superficie avanzata di DuPont, presentandosi allo storico quartiere Minories, nel cuore del distretto finanziario, con una scintillante facciata.
 
La nuova struttura a quattro stelle è la recente “new entry” della catena Motel One e conta… Leggi l’articolo

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Personalità dinamica e gusto eco-friendly in cucina

Euromobil presenta il progetto Lain

22/06/2015 – La cucina LAIN di Euromobil è innovativa, costruita con materiali ecosostenibili, di gusto giovane e con un design rigoroso. L’originalità e la grande personalità delle finiture collocano il progetto ai più alti livelli estetici e tecnologici mantenendo sempre costi accessibili. 

L’ampia gamma comprende i nuovi colori ecolaccati opachi in dieci tonalità finitura seta con un sensazionale e unico effetto tattile e ottenuti con vernici atossiche all’acqua. Nella gamma anche le superfici materiche termostrutturato cemento, Olmo Natural texture, nelle varianti Sand, Amazon e Cortex, i melaminici bianco e selce nella nuova vellutata… Leggi l’articolo

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‘Il Mobile Significante’: proclamati i vincitori dell’edizione 2015

I luoghi del relax 2.0 – Oggetti d’arredo per il relax domestico

22/06/2015 – In occasione del Simposio 2015, che si è svolto presso Villa Dionisi a Cerea (Verona) lo scorso 12 giugno, la Fondazione Aldo Morelato ha decretato vincitori della XII edizione del concorso IL MOBILE SIGNIFICANTE con tema “I luoghi del relax 2.0 – Oggetti d’arredo per il relax domestico.”
 
La segreteria organizzativa della Fondazione Aldo Morelato ha ricevuto centinaia e centinaia di elaborati, provenienti da ogni parte del mondo, che sono stati visionati attentamente dall’illustre giuria composta da noti volti dell’architettura e del panorama del design contemporaneo: Silvana Annichiarico (Direttore del Triennale Design Museum),… Leggi l’articolo

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Goqui, il villaggio verde inghiottito dalla natura

Le isole Shengsi, sono la patria di Goqui, un villaggio di pescatori cinese abbandonato, che sembra essere stato inghiottito dalla terra e dalla natura, sommerso dalla vegetazione

LA NATURA VINCE SU TUTTO:IL PONTE DI LIANE

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Situate a circa due ore da Shanghai, al largo della costa orientale della Cina, vicino alla foce del fiume Yangtze, le isole si presentano come un luogo da favola per la gente del posto, diventando il diversivo al caos cittadino, rinomato per i rinomati ristoranti in cui si possono gustare eccellenti frutti di mare, nonché per le numerose mete di escursione e per prendere il sole, godendo di acque cristalline. Pochi gli stranieri che arrivano fino qui, il che lo fa diventare uno di quei luoghi ideali per coloro che amano viaggiare fuori dai sentieri battuti. A Goqui, difficilmente raggiungibile dai turisti, la natura si è riappropriata del territorio. Questo caratteristico villaggio è inghiottito da una vegetazione lussureggiante, dovuta anche al clima subtropicale del luogo.

Purtroppo molte persone associano la Cina alle città altamente urbanizzate e iper affollate come Shanghai e Pechino, ma probabilmente c’è ancora chi ricorda che non molto tempo fa il paese era patria di migliaia di piccoli villaggi rurali come quello delle isole Shengsi. Molti di questi villaggi oggi sono purtroppo abbandonati. Così il fotografo cinese TangYuhong ha deciso di catturare queste immagini portando al pubblico mondiale le bellezze del villaggio perduto di Goqui, dove la natura si è riappropriata del suo spazio e gli edifici sono diventati tutt’uno con l’ambiente circostante. 

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Il villaggio dell’arcipelago di Goqui è un esempio di autoecocompatibilità spinta, anche se molti degli immobili al momento risultano disabitati; certo è che essi potrebbero essere il punto di partenza per un recupero ambientale mirato a far diventare questo luogo un modello. Il suo mare, le luci, le caratteristiche imbarcazioni da pesca e i suoi scogli sono paragonabili per bellezza a quelli dell’arcipelago hawaiano e questo rende le spiagge della zona un piccolo paradiso incontaminato lontano dalla caotica civiltà.

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Simulazioni energetiche: stazionarie, semi-stazionarie, dinamiche

Sono ormai anni che si parla sempre più frequentemente di analisi energetiche e software di calcolo energetico ed è quindi il caso di spendere qualche parola per spiegare meglio cosa sono e a cosa servono. Come prima cosa, c’è da dire che spesso, parlando di simulazioni energetiche si intende erroneamente soltanto l’aspetto di condizionamento estivo ed invernale. In verità, una simulazione energetica non riguarda unicamente il comfort termico interno dell’edificio, e quindi la semplice necessità di riscaldare o raffreddare un ambiente, ma anche di un aspetto fondamentale e che spesso e volentieri è sottovalutato: lo studio dei sistemi di illuminazione e di ricircolo dell’aria. Tali impianti infatti, influenzano ampiamente in consumi di edifici altamente performanti dal punto di vista termico. Inoltre, un altro aspetto difficilmente quantificabile è quello del benessere interno, della salubrità e in generale del comfort che non avendo un effetto diretto sulle bollette è spesso trascurato.

EFFICIENZA ENERGETICA: L’AUDIT E LE BUONE PRATICA IN EDILIZIA

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Focalizzando invece l’attenzione sull’oggetto edilizio di per sè, c’è da precisare che esso non deve essere visto come qualcosa di immutabile e statico nel tempo, ma anzi come qualcosa le cui proprietà fisiche cambiano costantemente nell’arco della stessa giornata! Questi cambiamenti sono dovuti in primo luogo all’ambiente che agisce su di esso in moltissime forme e sollecitazioni ma anche (e a volte soprattutto) da ciò che possiamo definire come “fattori interni”, ovvero tutto quell’insieme di funzioni e attrezzature che l’edificio ospita. Tra i “fattori interni” spiccano i sistemi di condizionamento e soprattutto le persone che lo utilizzano.

I fattori da considerare per le simulazioni energetiche

Andando con ordine, per ogni simulazione energetica che si vuole fare, si deve sempre avere chiaro di che edificio si sta parlando, di dove è posizionato e di tutto ciò che vi sta intorno (incluso alberi, altre strutture ed in generale ogni elemento fisico che può interagire con l’edificio analizzato) e quali sono le condizione ambientali esterne nel corso del periodo di studio. Ma bisogna anche conoscere quali sono le funzioni che la struttura è destinata ad ospitare e quindi che tipo di utenza deve accogliere, il tipo e numero di attrezzature presenti e i loro consumi, tutti i sistemi tecnologici presenti al suo interno e soprattutto il numero di persone che lo utilizzeranno e il loro comportamento “tipo” come fruitori.

Come si può ben capire da queste poche righe, la situazione risulta essere estremamente complessa perché ognuno dei punti sopra elencati può mutare nel tempo. Basti pensare a quelli che sono i fattori ambientali ed umani. Intanto bisogna avere ben presente quali sono le condizioni fisiche dell’intorno, quindi la presenza di altre strutture ma anche alberi che però come ben sappiamo sono tutt’altro che fisse e immutabili anzi, basti pensare alla possibilità che un vostro vicino di casa decida, da un giorno all’altro, di piantare un bell’albero nel suo terreno, oppure di sopraelevare (o costruire ex novo) la sua casa. Già questo può far capire l’aleatorietà della situazione, ma se aggiungiamo inoltre le variabili dovute a chi utilizza l’edificio, rischieremmo di perderci in un elenco infinito di possibilità. La variabile utente infatti, insieme a quella climatico-ambientale è una delle maggiori cause della non accuratezza delle simulazioni energetiche e che spesso ne altera sensibilmente le previsioni progettuali.

A questo punto, la domanda che può venire in mente è: che ruolo possono ricoprire le simulazioni energetiche visto che ci sono molti elementi non predittibili che le influenzano? A questa domanda si può rispondere dicendo che il loro scopo non è quello di prevedere esattamente i consumi dell’edificio analizzato, ma anzi di fornire dati utili a capirne meglio il comportamento in modo da poter confrontare diverse strategie e scegliere quella che garantisce, a parità di comfort, il minor uso di energia. Vorrei spendere due parole per precisare questo concetto: il fatto che una soluzione risulti essere la migliore per un edificio, non significa che è per forza la migliore in ogni altro caso anche analogo poiché, come detto prima, sono molteplici i fattori che ne influenzano il comportamento e quindi ogni caso deve essere trattato separatamente. Ovviamente, parlando dell’aspetto che più interessa in genere agli acquirenti, ovvero il riscontro monetario del processo di analisi, se una simulazione è stata fatta bene è lecito aspettarsi che i consumi finali risultino essere in linea con quelli previsti.

Appare chiaro su tutti un concetto, nel campo delle simulazioni energetiche, piuttosto articolato, confluiscono molteplici discipline diverse come l’ingegneria, ma anche l’architettura, fisica, scienze ambientali, scienze del comportamento e non solo. Ci sarebbero da scrivere centinaio di pagine riguardo alcuni fattori che entrano in queste analisi, come ad esempio i file climatici, l’uso dei materiali, l’effetto della massa, le schedule di utilizzo e altro, ma non volendo scendere troppo nei dettagli, una classificazione di massima risulta indispensabile.

I TIPI DI SIMULAZIONE ENERGETICA

La classificazione che viene normalmente fatta sulle simulazioni energetiche riguarda le semplificazioni che vengono adottare nella rappresentazione della fisica dell’edificio e dei materiali nonché nell’unità oraria che viene usata per indagare il fenomeno. Essenzialmente è quest’ultimo il fattore che porta ad una maggiore o minore raffinatezza dei risultati. Si possono individuare quindi tre tipi diversi di simulazioni energetiche in base, appunto, all’unità temporale che viene adottata e che risulta essere la “stagione” di riscaldamento o di raffrescamento per quanto riguarda le “simulazioni energetiche stazionarie”, il mese come unità temporale per quanto riguarda le “simulazioni energetiche semi-stazionarie” e infine l’unità oraria o sub oraria come unità di tempo per quanto riguarda le simulazioni cosiddette “dinamiche”.

Simulazioni stazionarie e semi-stazionarie

Questo tipo di analisi sono le più comunemente usate per diversi motivi tra i quali spicca la semplicità di esecuzione. Ovviamente questa semplicità deriva da un alto livello di semplificazione adottata che sicuramente non è passato inosservato dal lettore. Infatti le unità temporali usate per questo calcolo vanno dalla “stagione” di riscaldamento o raffrescamento al mese. Questa semplificazione comporta delle notevoli approssimazioni nella modellazione e nei parametri che vengono presi in esame. In regime stazionario o semi-stazionario il bilancio energetico viene fatto unicamente come un confronto tra le temperature interne ed esterne avendo come elemento di separazione una parete con una trasmittanza termica definita e costante nel tempo e senza massa o sfasamento. Questi ultimi due parametri che vengono trascurati da questo tipo di simulazioni, sono di cruciale importanza per quanto riguarda i consumi finali e il comfort totale e quindi, per forza di cose, queste simulazioni spesso risultano imprecise e lacunose.

In genere gli input di questo genere di programmi si limitano a scarse indicazioni geografiche (spesso limitate al comune), ad una sommaria modellazione geometrica e spesso ad una indicazione approssimativa degli impianti presenti e delle schedule di utilizzo dell’edificio stesso. Questo tipo di simulazioni è spesso utilizzata per effettuare delle graduatorie per confrontare diversi edifici tra di essi e usualmente, per il mercato immobiliare italiano. Comunque, per via della loro semplicità di esecuzione, queste simulazioni possono essere usate nelle fasi iniziali della progettazione per avere un’idea iniziale sulle caratteristiche dell’edificio e su quali possono essere i suoi punti deboli.

Alcuni programmi che svolgono questo tipo di analisi sono TerMus, EdilClima, MC4.

Simulazioni dinamiche

Con le simulazioni in regime dinamico, si apre un nuovo mondo ai progettisti. Infatti in questi programmi l’unità di tempo considerata è l’ora ma molto spesso si può scendere anche alla scala sub-oraria. Ciò permette di avere una descrizione minuziosa del comportamento dell’edifico ora per ora e ne permette di analizzare e sfruttare quelle che sono le caratteristiche fisiche proprie dei materiali. Questi programmi spesso riescono ad inserire input variabili come ad esempio sistemi di schermatura intelligenti, controlli di illuminazione oltre che la funzione della massa di cui calcolano adeguatamente ogni sua caratteristica e questo permette di simulare in modo realistico gli effetti di ogni singola modifica si decida di apportare alla struttura analizzata. Infatti, questo tipo di software permettono altresì di simulare nel dettaglio i vari sistemi di condizionamento presenti nell’edificio e di vederne gli effetti nei consumi ma anche nel comfort interno.

Le simulazioni dinamiche permettono non solo di ottimizzare gli apporti energetici e i consumi ma anche di ottimizzare il comportamento dell’involucro con quello degli impianti in modo da poter optare per impianti generalmente meno potenti e quindi meno costosi, il tutto garantendo un alto comfort interno. Spesso incluso in questo tipo di analisi, si include un efficace calcolo illuminotecnico in modo da avere una predizione dei consumi e del confort in tutti i suoi aspetti. Ovviamente l’aspetto negativo di questo processo deriva proprio dalla sua notevole complessità. Infatti questo tipo di analisi richiedono una conoscenza approfondita di ogni singolo elemento del progetto, sia costruttivo che impiantistico ed inoltre la modellazione deve essere estremamente scrupolosa e accorta poiché anche una semplice svista può portare a risultati differenti e non realistici.

Esistono diversi programmi a pagamento che effettuano simulazioni energetiche dinamiche. Nonostante ciò, uno dei programmi più usati al mondo è Energy +, un software gratuito sviluppato dal dipartimento dell’energia degli Stati Uniti d’America con l’aiuto di alcune tra le più prestigiose università al mondo e che sempre più si sta affermando a livello mondiale.

Conclusioni sulle simulazioni energetiche

Da ciò che appare da questa breve discussione, si può capire che il mondo delle simulazioni energetiche è estremamente vasto e complesso ma che può aiutare a migliorare notevolmente la qualità della progettazione di un edificio. Ovviamente, come è stato detto, esistono moltissimi strumenti a disposizione dei progettisti per raggiungere i propri obiettivi e ovviamente ognuno di loro ha una sua funzione e un suo preciso scopo. Come già detto, le simulazioni energetiche dinamiche sono quelle che richiedono più lavoro e precisione ma risultano essere anche le più precise ed efficaci. Questa loro complessità deve quindi essere giustificata all’interno di un processo progettuale profondo e innovativo che non le releghi semplicemente come ultimo step ma che anzi le valorizzi e le utilizzi in ogni fase del processo, dalla progettazione di massima a quella del dettaglio. Questo ovviamente sarebbe il modo migliore di utilizzarle ma purtroppo spesso, sia per la scarsa diffusione delle stesse che per una autoreferenzialità del processo progettuale di per sè, esse sono relegate come elemento accessorio della progettazione a cui è demandato il compito di stabilire unicamente quanti centimetri di isolante devono essere usati per ottenere la classe energetica richiesta. Per fortuna, sembra che le cose stiano lentamente cambiando, specialmente nei paesi europei continentali e speriamo che quindi, questo tipo di approccio olistico alla progettazione diventi presto il modo “normale” di progettare anche in ambito nazionale. L’Italia infatti grazie alla sua conformazione geografica offre una serie estremamente variegata di situazioni che impongono analisi sempre diverse agli specialisti del settore. Ciò da un lato presenta degli ovvi svantaggi (difficile standardizzazione dei casi), ma dall’altro è una grande possibilità per formarsi a tuttotondo in modo da essere in grado affrontare autonomamente ogni situazione e fare scuola anche nel resto dell’Europa e non solo. 

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Ferrovie dello Stato cede gratis 1.700 stazioni abbandonate

19/06/2015 – Ferrovie dello Stato Italiane sta concedendo tramite contratti di comodato d’uso gratuito circa 1.700 le stazioni dismesse della Rete Ferroviaria Italiana.
 
Riuso stazioni dismesse
L’iniziativa s’inserisce nel percorso che FS ha intrapreso negli ultimi anni volto alla riorganizzazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare inutilizzato come linee ferroviarie dismesse e stazioni impresenziate.

Con l’utilizzo di dispositivi informatici che hanno sostituito le vecchie biglietterie e il personale di gestione, le piccole stazioni sono rimaste abbandonate con il conseguente rischio di azioni vandaliche.
 
Per permettere una nuova vita a questi luoghi ormai dismessi e risparmiare sugli elevati costi di gestione FS sta promuovendo, attraverso concessioni di comodato d’uso gratuito ad associazioni e comuni,  l’avvio di progetti sociali all’interno delle stazioni che abbiano ricadute positive sul territorio.
 
Locali..
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Master-Lab Architettura e Ambiente

“Learning by doing” è il modello anglosassone cui si ispira, per il secondo anno consecutivo, il Master-Lab Architettura | Ambiente  organizzato dalla Scuola di Architettura Strategica NewItalianBlood, nata a Salerno con un unico e prezioso obiettivo: la coesione tra progettazione sostenibile, tutela dell’ambiente e sviluppo economico, coniugando etica e pratica professionale, ricerca e conoscenza del territorio, anche attraverso collaborazioni e contributi di partner internazionali fra cui i più autorevoli architetti, paesaggisti, sociologi, economisti, ingegneri ed esperti del costruire ecosostenibile. 

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Il Master, programmato dal 3 novembre 2015 al 14 aprile 2016, sarà organizzato come un superstudio-laboratorio dove i partecipanti, affiancati da progettisti professionisti tra i più interessanti e innovativi, svilupperanno in cinque mesi di attività almeno tre progetti: riuso di edifici o spazi pubblici abbandonati, rigenerazione urbana di aree periferiche, interventi turistici, culturali e sociali per la trasformazione eco-compatibile del territorio.

Chi si dimostrerà più meritevole, ottenendo l’Attestato Speciale di Merito, avrà l’opportunità di seguire uno stage finale di tre mesi in importanti studi nazionali o internazionali e chi sceglierà di svolgere lo stage in Campania o presso gli studi partner italiani, avrà diritto a un rimborso spese di 600 Euro al mese.

Oltre a lezioni pratiche e teoriche, da svolgersi negli spazi prestigiosi della scuola con l’utilizzo di risorse hardware innovative, sono previste visite in cantiere, seminari, workshop, allo scopo di fornire conoscenze per realizzare una progettazione strategica integrata, dedicata sostanzialmente alla qualità diffusa, indispensabile per lo sviluppo del territorio, dell’economia e del turismo.

L’iscrizione al Master dovrà essere perfezionata entro il 15 settembre 2015.

Particolarmente interessanti le dieci borse di studio messe a disposizione da NewItalianBlood per sostenere i giovani talenti under 35 e under 30: 2.500 Euro ciascuno per due progettisti tra i 30 e i 35 anni, residenti in Italia, Europa, Mediterraneo e 1.750 Euro ciascuno destinati a otto giovani sotto i 30 anni, residenti in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Le candidature dovranno pervenire entro il 10 luglio 2015.

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NIB ha attivato, inoltre, una partnership con la Regione Lazio, promotrice del programma Torno Subito; si tratta dell’opportunità, per residenti o domiciliati nel Lazio, under 35, di ricevere una borsa di studio che copre tutte le spese fino a 12.000 Euro per frequentare un’attività di formazione professionale fuori regione, come il Master di Salerno, organizzando lo stage di ritorno in studi o aziende laziali i cui contatti sono forniti dal network. Le domande vanno inviate entro il 6 luglio 2015.

Altre sponsorizzazioni e contributi saranno offerti da Fondazioni, Istituzioni, Enti Pubblici, ONG, Aziende Private, quali partner di riferimento per la copertura delle spese relative allo sviluppo dei progetti.

È dunque un’occasione unica per “imparare facendo”, costruendosi un portfolio di qualità, indispensabile per proseguire il proprio percorso professionale e fare esperienza nei più importanti studi di progettazione nazionali e internazionali. 

Per saperne di più visita il sito di New Italian Blood

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Arik Levy racconta la sua collaborazione con Kaldewei

Meisterstück Emerso: forme fluide ispirate al movimento dell’acqua

19/06/2015 – Mobili, lampade o packaging: Arik Levy si trova a proprio agio nei più diversi settori del design ed è conosciuto in tutto il mondo anche come artista, scenografo, produttore cinematografico e fotografo. Nato a Tel Aviv, lavora ormai da molti anni a Parigi ed ha collaborato con Kaldewei all’ampliamento del segmento premium Meisterstück. È nata una collezione costituita dalla vasca da bagno Meisterstück Emerso e dal lavabo Meisterstück Emerso. Nell’intervista, il designer parla dell’idea creativa di queste proposte, della cooperazione con Kaldewei e della sfida di conferire all’acciaio smaltato una nuova forma.
 
Signor… Leggi l’articolo

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