Concorso di idee per la progettazione di rivestimenti per camini di design

Non è solo una fonte di riscaldamento, ma il punto di riferimento di un’abitazione: intorno al camino ci si riunisce e riscalda incantandosi davanti al fuoco che arde.

Il design di un camino è importante quanto la sua funzione, e non va lasciato al caso. Una progettazione attenta, oltre a massimizzarne l’efficienza, può dargli risalto all’interno di un ambiente, o lasciare che si fonda con esso, senza soluzione di continuità, giocando con forme, colori e finiture.

Artèteco, agenzia di comunicazione attiva nei settori del Corporate Identity, Multimedia e Web Design, Design Management ed Event planning, che combina esperienze, passioni e competenze in un team dinamico e vivace, bandisce la quinta edizione del concorso di idee “Si accende il design… dai fuoco alle tue idee“, con cui invita alla progettazione di rivestimenti per camini di design.

Per partecipare bisogna inviare 2 tavole con viste quotate del modello, 1 tavola con vista assonometrica e una illustrativa con rendering o vista prospettica all’indirizzo email concorsi@arteteco.it entro la data di chiusura del bando, prevista al 19 Ottobre 2015. La partecipazione al concorso è gratuita ed aperta a tutti, sia singoli che riuniti in gruppi. 

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Saranno premiate le proposte più audaci, innovative, tecnicamente valide, in grado di coniugare aspetti estetici e funzionali. A decretare i vincitori sarà una giuria composta da architetti e professori universitari che valuterà anche la sostenibilità dei progetti, favorendo quelli che prevedono l’utilizzo di materiali di scarto, anche mescolati a miscele di quarzo e speciali polimeri, e facilmente realizzabili, che consentano di essere prodotti in serie a basso costo.

All’autore del progetto vincitore sarà riconosciuto un premio in denaro di 1,000.00 euro e il suo progetto di rivestimento per camino (Quadro e/o Totus) realizzato dall’Azienda Costruzioni Tecniche Meccaniche (CTM) attraverso l’utilizzo di macchinari tra i più sofisticati e tecnologici sul mercato. L’azienda produttrice riconoscerà ai vincitori delle percentuali sulle vendite e ai finalisti sarà garantita visibilità su riviste di architettura e design. 

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Lucky Penny, design su misura per un caffè a Melbourne

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È un penny trovato per terra vicino ad un suo locale ad innescare una serie di felici eventi concatenati, tra cui l’apertura del caffè/ristorante chiamato non a caso Lucky Penny. A Melbourne, lungo la rinomata Chapel Street dove si susseguono le boutique e i locali più trendy, si contraddistingue dagli altri per l’atmosfera genuina e intima.

UNA CAFFETTERIA VERDE NEL CUORE DI PECHINO

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Il design su misura gioca tra rievocazioni vintage e uno stile contemporaneo, privilegiando l’uso di tecniche e materiali locali. Per il progetto sul lotto stretto e allungato, è incaricato lo studio Biasol che con l’aiuto di Mezai e Tre Mezzo sviluppa il concept, l’interior design e la grafica. Su una superficie di 115 mq disposto su due livelli, il Lucky Penny viene realizzato con le indicazioni dell’architetto Jean-Pierre Biasol come “uno spazio da vivere e in cui ti senti a casa, dove il vintage si bilancia con lo stile moderno scandinavo“.

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South Yarra, il quartiere in cui si trova il caffè, è una costellazione di negozi di vario genere, e in particolare lungo i 4 km della Chapel Street ci sono ristoranti, night club, boutique di lusso e bazar di cianfrusaglie. Perciò per il Lucky Penny i progettisti ricercano uno stile opposto, una sequenza di spazi accoglienti e non pretenziosi.

Piante ricadenti punteggiano muri bianchi, mentre comodi appendiabiti e lampade industriali creano intimità tra i tavoli. L’obiettivo è massimizzare lo spazio per i clienti, ottenuto con il design su misura e scelte architettoniche che coniugano comodità, funzionalità e ricercatezza.

Superfici quadrettate e riflettenti di ceramica introducono il cliente in un ambiente accogliente e schietto. Lo stesso logo, il nome racchiuso da un cerchio tratteggiato, è riportato sulla vetrata e sui menù, mentre tavoli e sedie con varie altezze e bicolore vivacizzano gli ambienti.

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Gusto nordico e materiali autentici per un ambiente raffinato, che muta e si evolve con il vissuto dei clienti. Il design essenziale si caratterizza per la cura di ogni dettaglio, dagli schienali e portagiornali all’illuminazione: una sensazione familiare avvolge e mette a proprio agio il cliente. Pavimento e soffitto chiaro con spot incassati inquadrano ambienti dai toni tenui, tessuti e pelli ricercati definiscono spazi confortevoli e armonici nella composizione e nelle cromie. I muri di mattoni irregolari raccontano una storia ancestrale e iterativa, mentre la scelta dei colori amplifica la percezione dello spazio rendendo unici i momenti trascorsi al suo interno.

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Ricorsi dei mattoni su un irregolare strato d’intonaco bianco rappresentano la permanenza della tradizione costruttiva locale, su cui spiccano le nere lampade con le luci puntate sui tavoli dal carattere prettamente industriale. L’esposizione dei prodotti in teche trasparenti e i ripiani lineari facilitano la scelta dei clienti, mentre la cura e l’amore per i dettagli si manifestano negli arredi e negli oggetti.

Gli sgabelli di James Richardson sono dipinti nella parte superiore o inferiore di bianco o di nero, i menù e le portariviste sono in pelle chiara, ricercati e minimali. Specchi circolari, bottiglioni di vetro, quadretti di varie dimensioni e colori definiscono l’atmosfera domestica del Lucky Penny, dove una piacevole pausa dopo lo shopping potrebbe riservare altri fortunati momenti.

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Il workshop di autocostruzione di arredi per l’Università di Roma Tor Vergata

Il 23 giugno presso l’Università di Roma Tor Vergata saranno inaugurati i nuovi spazi della Macroarea di Ingegneria riqualificati e arredati da un gruppo di studenti nel corso del workshop “WAKEMAKE”.

RIQUALIFICARE RICICLANDO: IL PROGETTO DI VIVIAMOLAQ

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L’evento da poco conclusosi ha visto un gruppo di studenti del corso di laurea in Ingegneria edile-architettura impegnarsi in un laboratorio di autocostruzione di oggetti di arredo per esterno, interamente realizzati con materiali di riciclo dal cantiere della Città dello Sport di Calatrava, opera incompiuta e ferma ormai da 5 anni. A guidare i 24 ragazzi l’esperienza dello Studio Arcò – architettura&cooperazione di Milano.

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L’iniziativa, lanciata e sviluppata dai giovani Sonia Luisi, Filippo Lorenzi, Federico Giunta e Iacopo Carinci,  ha vinto anche il bando per le attività culturali studentesche, ma oltre all’intento didattico, l’obiettivo principale è stato quello di riqualificare uno spazio inutilizzato della Macroarea di Ingegneria per riconsegnarlo al campus trasformato in un luogo vivibile e di condivisione: “il Salotto”.

Simbolicamente gli studenti doneranno questo nuovo spazio all’Università di Roma Tor Vergata con una cerimonia di inaugurazione presenziata dal Magnifico Rettore Prof. Giuseppe Novelli che si terrà il giorno 23 Giugno 2015 alle ore 11.40 presso la Macroarea di Ingegneria.
Per informazioni è possibile contattare gli organizzatori all’indirizzo email info.wakemake@gmail.com e seguire le prossime attività di WAKEMAKE su Facebook e Instagram.

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Riciclo e arredamento: gli interni del bar da oggetti industriali

Nel cuore di Kiev, il ristorante bar “Bite & Go. Deli Cafe” è stato progettato dallo studio di Yaroslav Galant che ha concepito gli interni recuperando e riciclando oggetti esistenti di matrice industriale

La parte del locale visibile al pubblico, stretta e lunga, è stata distinta in due parti: la zona più vicina all’accesso con i tavoli, dove poter sostare, e una zona soprelevata che, tramite tre scalini, porta ai servizi e al bancone, a cui arrivano le vivande. 

INTERIOR E RICICLO: GLI ARREDI DI UN LOCALE DI NEW YORK DAL MERCATO DELLE PULCI

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Partendo da componenti derivanti da lavorazioni industriali di una fabbrica di acciaio, il progettista ha saputo combinare oggetti di scarto, struttura esistente e funzionalità, creando un mix divertente e di sicuro effetto. L’audace filosofia sottesa a questo tipo di realizzazione sposa la visione di un riciclo creativo, immaginando una nuova vita per gli oggetti. Come testimonia il designer, il ciclo di vita degli oggetti non termina con la fine dell’uso per cui sono state concepite: dare loro una una nuova opportunità è una scelta ecologica e virtuosa. Anche i locali, in cui è stata inserita l’attività, sono frutto di una trasformazione: la ristrutturazione ha lasciato trasparire volutamente i mattoni del vecchio edificio, le finestre ad arco e alcune parti del soffitto, e ha completato l’intervento con colonne di metallo, vetri blindati, dettagli in cemento, condotti degli impianti open air e cablaggio elettrico, per dichiarare la provenienza industriale di parte dell’intervento. L’arredo è costruito con materiali di riciclo: partendo dai tavoli, con sostegno ricavato dalla geniale combinazione di pezzi di scarto di una fabbrica di acciaio e isolatori di ceramica (di forma simile a piatti rovesciati), passando dalla realizzazione del bancone ondulato, sviluppato dal progettista utilizzando pannelli di legno di frassino, rivestiti con una cera di petrolio a basso impatto ambientale (trattamento subito da tutti gli altri elementi in legno del locale), fino al telaio delle sedute e all’illuminazione.

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Gli impianti, non murati ma evidenti sulle pareti, sono completati da lampade ricurve del 1890 (che assomigliano a rubinetti), impreziosite da vecchi cestini per il ghiaccio anni sessanta che hanno l’effetto di lanterne. Anche il bagno è parte di questo manifesto visivo del riciclo: dai tubi a vista al lavandino, l’imprinting industriale è chiaramente riconoscibile.

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L’attenzione al dettaglio si spinge fino al disegno ondulato della pedana di accesso al bancone e alla particolare posa del rivestimento, fuori e dentro il servizio igienico. Il corian del bancone è utilizzato come proseguimento ed evoluzione della ceramica dei tavoli. Vecchie foto di personaggi del passato alle prese con il cibo, compresi gli originari abitanti del locale, sono appese alle pareti e si intervallano ad antichi specchi e disegni sui muri.

La sostenibilità passa anche dalle scelte dei progettisti di interni: fare “tutto nuovo” o guardarsi intorno e reinterpretare ciò che già c’è. Il risultato, seguendo la seconda via, non è niente male. Che sia un modo per rimettere nel ciclo oltre agli oggetti anche le idee?

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A tavola con creatività: suggerimenti per apparecchiare con fiori, frutta e colori

Quello di apparecchiare la tavola è un momento importante tanto quanto la preparazione delle pietanze stesse. Fa sentire gli ospiti al centro dell’attenzione, li fa sentire coccolati e a proprio agio e contribuisce a dare rilievo ed importanza al cibo. Niente di più sconveniente e sgradevole di un pranzo o una cena preparati con grande cura ed una tavola decisamente da meno, apparecchiata in modo grossolano, senza attenzione né creatività.

IL BON TON E L’ALLESTIMENTO DELLA TAVOLA

Prima di suggerirvi qualche idea creativa per allestire una tavola con il riciclo creativo, è importante conoscere in che modo posate, piatti e bicchieri vanno collocati a tavola. Il galateo infatti è piuttosto rigido a riguardo e prevede che ci sia una posata per ogni portata, posizionata come illustrato nell’immagine in basso. 

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Le forchette, per il primo, il secondo e l’eventuale antipasto, vanno sulla sinistra del piatto (7, 8, 9). Dal lato opposto va posizionato il coltello (eventualmente anche quello per l’antipasto), con la lama sempre rivolta verso l’interno e, se necessario, alla sua destra, il cucchiaio (4, 5, 6). In alto invece vanno le posate da dessert e frutta: forchettina, coltello e cucchiaino (11, 12, 13), orientati come da figura.  Terminato con le posate, è il momento dei bicchieri. Partendo da quello per l’acqua, da allineare con la punta del coltello, il galateo prevede che gli altri si collochino in ordine decrescente di misura da sinistra verso destra (14, 15, 16, 17).

Una volta chiaro lo schema per apparecchiare, ci si può sbizzarrire arricchendo la tavola con colori, elementi naturali e di riciclo per abbellirla e rendere il pranzo o la cena, un’esperienza per tutti i commensali!

APPARECCHIARE LA TAVOLA CON CREATIVITÀ

A tavola con i colori

Duzzle, il nuovo negozio di arredamento online per la casa e l’ufficio, propone un set di 6 sottobicchieri coloratissimi a forma di cuore per rallegrare la tavola. Il set di sottobicchieri, realizzato da Present Time, costa 15,99 euro. Su Duzzle, acquistando 2 o più prodotti, si paga un’unica spesa di spedizione. Perchè non abbinare ai sottobicchieri un set di posate dagli stessi colori? Si può scegliere tra tanti altri complementi e prodotti per la tavola e la cucina. Molti sono in Offerta Flash, per tutti gli altri, si può approfittare dello sconto del 10% che si ottiene iscrivendosi alla newsletter. 

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Decorare con la frutta

Con la frutta si riesce a decorare la tavola in modo del tutto inaspettato. I suoi meravigliosi colori la rendono perfetta per sbizzarrirci in allestimenti unici. La frutta, ma anche interi rami, può essere disposta lungo la direzione principale di un bel tavolo rettangolare e di per sé crea una decorazione semplice e bella

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Se siete dotati di tanta pazienza e volete decorare la tavola in un modo che lasci i vostri ospiti a bocca aperta, potete decorare delle mele rosse con della pasta a base di zucchero. Perfette per il pranzo di Natale, sono più belle delle palline dell’albero e possono essere realizzate servendosi della saccapoche.

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Una tavola fiorita

A volte bastano dei fiori per ravvivare la tavola. Le alternative al classico vaso di fiori a centro tavola sono diverse. Li si potrebbe collocare in barattoli di latta lasciati al grezzo o dipinti in vari colori, abbinandoli a bicchieri e altri complementi o, ancora meglio, disporli in graziosissime tazzine da tè, magari una diversa dall’altra. Non male è anche l’idea di non limitare la presenza dei fiori a centro tavola ed utilizzarli per esempio come segna posto o per racchiudere le posate nel tovagliolo. 

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Arredi tradizionali in bambù reinterpretati da Stefan Diez

La tradizione artigianale in Giappone ha radici antichissime ed è oggi supportata da un’industria all’avanguardia, eccezionale artigianato e da uno spirito intraprendente sempre alla ricerca di nuove ispirazioni. Ogni anno il collettivo Japancreative, con base a Tokyo e art director Masaaki Hiromura, seleziona designers internazionali per promuovere il binomio dell’antico sapere giapponese con la produzione locale. Artisti del calibro di Stefan Diez, Barberos Gerby  e Pierre Charpin sono stati invitati quest’anno a lavorare con il maestro del bambù Yoshihiro Yamagishi, nell’isola Kochi a sud del Giappone.

NON SOLO TRADIZIONE: IL BAMBÙ E LA TECNOLOGIA

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La linea in bambù “Soba” nasce dalla mente di Stefan Diez che enfatizza le proprietà di questo materialeper realizzare il coordinato tavolo/panca. Quest’anno è stata presentata anche nella Fiera del Mobile di Stoccolma riscuotendo grande successo. Il nome della collezione riprende un piatto tradizionale giapponese, che consiste in sottili tagliolini di grano saraceno serviti in un vassoio di bambù. 

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Reinterpretazione dei tradizionali mobili giapponesi

L’industria del bambù giapponese, che negli ultimi anni ha registrato un notevole declino, sta cercando di puntare sull’interior design europeo e ad una diversificazione dei prodotti. In linea con questi propositi, il duo tavolo/panca risponde pienamente alle esigenze di esportazione e di vendita on line grazie ad un imballaggio minimo, pezzi da incastrare e fissare solamente con corde in kevlar.

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Alla facilità di montaggio, si deve aggiungere la qualità nei dettagli e la possibilità di uso in ambienti interni ed esterni. A causa del naturale invecchiamento del bambù, soprattutto se posto all’esterno, il verde brillante si tramuterà in grigio chiaro, aggiungendo ai ricordi legati all’arredo la patina del tempo e dell’uso quotidiano. Sofisticata e innovativa, la collezione non è solo una reinterpretazione dei mobili giapponesi ma, più in generale, è un ottimo esempio di design contemporaneo con l’uso esclusivo dell’”acciaio vegetale”.

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Purezza e semplicità funzionale sono alla base di tutti i lavori del designer Diez,  e questa è un vero e proprio elogio al materiale più versatile e rigido esistente in natura. La panca è realizzata da tre grossi gambi legati e appoggiati su quattro basi, mentre il tavolo è composto da due cavalletti che sorreggono un asse centrale e la sottile lastra di vetro. Ogni innesto ed incastro è irrigidito dalle robuste corde in kevlar, i nodi della pianta sono ben evidenti e segnano i mobili, mentre le sezioni tonde e le forme pure denotano un approccio radicale ma non banale.

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